Lettura
Cosa vale di più: la devozione esteriore, i gesti, le offerte, oppure Colui, per il quale e nel quale, ogni devozione prende senso? Il brano del Vangelo di oggi punta all’essenziale della religione: la verità della Parola annunziata. Grazie a questa verità, infatti, la coscienza sa riconoscere il primato dell’Assoluto. Ogni altra manifestazione di fede (cultuale, devozionale, popolare…), perfino ogni giuramento o impegno (voti, promesse, offerte…), hanno valore se tutto viene riconosciuto derivante e orientato a Colui che è assiso sul trono di Dio.
Meditazione
Se la fede vuol compiere grandi progressi – come Paolo, Silvano e Timoteo riconoscono ai Tessalonicesi – bisogna puntare sull’essenziale, cioè sull’interiorità della coscienza. È questo il messaggio di oggi che Gesù, in maniera molto radicale, lancia particolarmente all’indirizzo di chi svolge funzioni di orientamento e di guida: non bisogna mai sbarrare, ma aprire la porta della fede; soprattutto, non bisogna ostruire il percorso con una selva di norme disciplinari soltanto esteriori, che cioè non puntano, come invece si dovrebbe, a ciò che conta, a ciò che è davvero primario. A che vale, infatti, predicare e insegnare, se non si punta all’essenziale? A che vale annunciare la “nuova evangelizzazione”, se poi ci si perde nei rivoli secondari della pratica devozionale e del culto, senza puntare al “dunque” di Dio, cioè a Colui che abita il tempio e l’altare, a Colui che i segni del sacro stanno a significare: Dio solo? «Con il cuore […] si crede […] e con la bocca si fa la professione di fede», ricorda Paolo (Rm 10,10). Il cuore indica che il primo atto con cui si viene alla fede è dono di Dio, azione della Grazia, la quale agisce e trasforma fin nell’intimo: aprire il cuore alla porta spalancata della fede è, pertanto, la grande responsabilità di chiunque svolga compiti di guida, di formazione, di orientamento (genitori, educatori, insegnanti, presbiteri, catechisti…). Professare con la bocca indica che la fede non è un fatto privato, ma implica una risposta di testimonianza e un impegno pubblico, quindi anche le devozioni, i sacrifici, le offerte, il sovvenire, l’impegno sociale ed economico… tutto però va subordinato a Colui che abita il cielo e il tempio, rendendo sacri altare ed offerte.
Preghiera:
Signore, donami lo Spirito di vera libertà e di vera fede, di consiglio e di fortezza. Donami la forza che non si limita alle pratiche esteriori vissute senza verità e, soprattutto, ogni cosa sa subordinare all’essenziale, che sei Tu, Parola vivente in mezzo a noi e Colui che ti ha mandato.
Agire:
Se la fede genera in me la vita nuova, non posso che sottoporre a verifica tutti i pensieri, la mentalità e i comportamenti di oggi: sono tutti conformi alla verità della tua Parola? Sono tutti trasformati dalla tua Grazia?
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Meditazione del giorno a cura di monsignor Vincenzo Bertolone, arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it