Usa, due persone guariscono dall'ebola grazie a un farmaco

Si tratta di due cittadini americani che avevano contratto il virus in Liberia. Il Codacons chiede ora che il farmaco venga introdotto in Italia

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Due persone contagiate dal virus di ebola sono guarite. Le notizie che fanno tirare un sospiro di sollievo e riaccendeno un lume di speranza per il mondo intero giungono dagli Stati Uniti. La prima riguarda Kent Brantly, il dottore americano contagiato ai primi di agosto in Liberia, dimesso dall’ospedale di Atlanta dopo che vi era stato ricoverato lo scorso 2 agosto. L’uomo sarebbe guarito grazie al siero sperimentale Zmapp con cui è stato trattato. L’altra persona guarita è Nancy Wristebol, missionaria statunitense contagiata anche lei in Liberia e dimessa mercoledì dall’Emory Hospital di Atlanta.

Alle buone nuove provenienti da oltreoceano ha reagito positivamente il Codacons, in Italia, il quale chiede al ministro della Salute Beatrice Lorenzin di “attivarsi per dotare l’Italia del vaccino contro l’Ebola prodotto negli Usa, che finora ha avuto effetti positivi contro il virus sconfiggendo in pochi giorni la malattia”. Il Codacons fa presente che “l’Italia attraverso Lampedusa è la prima destinazione dei profughi provenienti dall’Africa, proprio in considerazione di tale fattore il Paese deve avere a disposizione il vaccino già in uso negli Stati Uniti, a scopo precauzionale e per evitare una eventuale diffusione del virus sul nostro territorio”.

L’Italia, continua Carlo Rienzi, presidente del Condacons “vive quotidianamente il dramma degli sbarchi dei profughi, nella totale disattenzione dell’Europa, e ha il sacrosanto diritto di difendersi e di difendere la salute dei propri cittadini. Per tale motivo il vaccino degli Usa deve essere da subito nelle nostre disponibilità, e il ministro deve attivare le dovute procedure in tal senso”.

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ZENIT Staff

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