Il passo evangelico della “Visitazione” (Lc 1,39 ss) presenta una esemplare sintesi della figura di Maria Santissima. È Lei la nuova “Arca dell’Alleanza”, tabernacolo vivo e ostensorio -discreto e luminoso- dell’Altissimo. È anzitutto la “Madre del Signore”: così a Lei si rivolge, con stupore e venerazione, la anziana parente Elisabetta, riprendendo una espressione vetero-testamentaria che si riferiva ad Adonai, al Dio stesso d’Israele. È beata, “perché ha creduto” nell’adempimento della Parola di Dio e si è fidata di Lui e delle sue promesse. In brevi tratti, San Luca delinea e riassume la bellezza di quel Cuore, offrendoci quasi una mirabile “risonanza” di quanto la Scrittura ci dice, direttamente o indirettamente, di Lei.
Il canto del Magnificat, che prorompe dall’anima della Vergine, conferma la pienezza di Grazia del suo spirito: la bocca parla per la sovrabbondanza del Cuore e, in pochi versetti, è rivelata la grandezza di una donna immersa nelle vicende del suo Popolo e costantemente aperta all’opera della Salvezza, che il suo Dio intesse, in lei stessa e nella storia della sua gente.
Questa Madre non ci è data soltanto perché ne contempliamo la celeste bellezza, quasi che soltanto da lontano -dall’infinita distanza della nostra povera vita- potessimo scorgerla, beata ed eternamente onorata in Cielo, dalle Corti angeliche e dalle schiere dei Santi. Tra la corona di quelle anime elette, fulgida per i suoi ineguagliabili privilegi e per il suo inarrivabile candore, non ha mai smesso e ancora non smette di essere “una di noi”, solidale in tutto -come suo Figlio- con la nostra umanità. Compagna di viaggio è, come noi, pellegrina nel tempo, in mezzo alle gioie e alle traversie della vita; come noi è stata immersa nelle contraddizioni della propria epoca e -per singolare elezione- resa partecipe delle vicende di ogni generazione, che la proclamerà “beata” e che a Lei si volgerà, come a sicuro porto di salvezza e di pace.
Coronata di Gloria, ma totalmente “serva”; custode gelosa dei tesori della Grazia, ma desiderosa di comunicarli a noi, suoi figli, Maria Santissima -oggi contemplata Regina del Cielo e della Terra- ci insegna, una volta di più, dove si trovi la via segreta della vera felicità.
“Ambiziosa” -potremmo dire, con affettuosa audacia- come nessun altro al mondo, di quella santa ostinazione che non fa desiderare “meno che il Cielo” e che non aspira a null’altro se non al Cuore stesso di Dio, in ogni suo atteggiamento, interiore ed esteriore, Ella ci invita a sollevare in alto lo sguardo, a “non accontentarci” delle fragili ed effimere risposte del presente, ma a pretendere sempre “qualcosa in più”, da noi stessi e dalla vita. Con la sua fede incrollabile e con la sua inesauribile carità ci esorta a bussare sempre –anche nei momenti della prova e dello sconforto- al Cuore stesso di Dio, confidando totalmente nel suo aiuto e nella sua misericordia.
Regina degli Angeli e dei Santi, solidale con l’uomo nei faticosi sentieri del tempo, la Madre del Signore è la più bella icona della Chiesa che, guardando a Lei, di generazione in generazione rinnova la sua Alleanza nel Sangue dell’Agnello e si offre al mondo come segno vivo di speranza.
In Maria il Vangelo di Cristo ha trovato la sua più piena e credibile realizzazione. Contemplarla nella Gloria eterna del Cielo significa camminare con vigile e sollecita responsabilità sulle vie del mondo, partecipi dei dolori e delle croci del prossimo, certi che ogni istante vissuto con amore quaggiù è scritto per sempre anche nella eternità.
Padre Mario Piatti è direttore del mensile “Maria di Fatima”