Lo sanno che ci sono

Lo sanno che ci sono Judith, al momento del crollo della sua casa, si trovava nel seminterrato. Era appena scesa a prendere quanto occorreva per allestire uno spuntino da offrire agli amici di suo marito. “Torno subito” – furono le sue ultime parole. Il marito, pochi attimi prima del crollo, le urla: “il terremoto!…scappiamo”. Tutti dal cortile assistettero al crollo: in pochi attimi Judith fu sepolta dalle pietre della sua casa. Passarono sette giorni.

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Tutti e quattro gli scampati non si dettero pace, nè giorno, né notte. Intenti a scavare terriccio e rimuovere macerie con qualsiasi strumento capitasse a portata di mano. Di tanto in tanto lanciavano un urlo per farsi sentire dalla sepolta. Ma Judith non sentiva nulla. Calce e detriti la costringevano a rimanere completamente immobile.

Quando, dopo sette giorni di febbrile attività, la estrassero viva, con la poca voce che le rimaneva, esultò e proruppe nel complimento più bello: “Grazie…ero certa che mi avreste salvata. Non mi sono sentita un attimo abbandonata. La mia forza per sopravvivere da sepolta era ripetermi: ‘Lo sanno che ci sono’”.

Ora anch’io, quando mi sentirò sepolto dalle macerie di quanto possiedo, asfissiato dai tradimenti e dagli abbandoni delle più belle amicizie, per poter vivere esclamerò con ancora maggior fiducia di Judith: “Lui lo sa che ci sono”.

Ciao da P. Andrea ocd

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Andrea Panont

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