Un altro attestato di “pieno apprezzamento” nei confronti del Consiglio comunale di Verona per la recente decisione di “vigilare affinché, nelle scuole di competenza comunale, venga data un’adeguata informazione preventiva ai genitorisul contenuto dei progetti di educazione all’affettività e alla sessualità” e di tenere nella dovuta considerazione le ragioni di dubbio o contrarietà dai genitori stessi segnalate. È quello che giunge dalla Manif Pour Tous Italia, che si è espressa attraverso un comunicato.
“La decisione di coinvolgere i genitori è di assoluto buon senso e rende operativi diritti fondamentali della famiglia già riconosciuti nelle Dichiarazioni internazionali e nella nostra stessa Costituzione”, si legge nella nota. La decisione ha però “gettato nel panico le associazioni del movimento gay, che con un’interrogazione parlamentare del senatore del Pd Sergio Lo Giudice (presidente onorario dell’Arcigay e fondatore del Coordinamento Nazionale degli Insegnanti Omosessuali) denunciano un fantomatico tentativo ‘omofobo’ di limitare la libertà didattica delle scuole sui temi legati all’omosessualità”.
La Manif Pour Tous Italia “non capisce però perché i genitori dovrebbero lasciare carta bianca sull’educazione sessuale dei loro figli alle associazioni del movimento gay, che da anni entrano indisturbate nelle classi scolastiche proponendo corsi e lezioni senza minimamente condividerne i contenuti con le famiglie, esclusive protagoniste della scelta educativa dei loro figli in ambiti così intimi e delicati”.
Dietro molti di questi corsi su sessualità e affettività – rivela la Manif Pour Tous italia – “si nasconde in realtà l’ideologia gender, che nega la complementarietà tra il maschile e il femminile quale dimensione essenziale delle relazioni sessuali e affettive interpersonali”. I “progetti di ‘contrasto alle discriminazioni’ – si legge ancora – si concretizzano poi spesso nella rappresentazione di ‘famiglie speciali’ in cui la generazione della vita perde ogni più naturale nesso con la presenza di un uomo-padre e di una donna-madre, ad esempio con la promozione della barbara pratica dell’utero in affitto quale strumento di pari opportunità per coppie gay desiderose di prole”.
Secondo la Manif Pour Tous, quindi, “tutelare il diritto della famiglia di mantenere un saldo controllo sull’educazione impartita da terzi ai propri figli è un atto dovuto prima che opportuno – con buona pace delle pretese del movimento gay”.