"Con il Papa, per difendere la famiglia dall'ideologia gender"

Alberto Zelger, consigliere del Comune di Verona al centro di polemiche per aver proposto una mozione a difesa della famiglia naturale, si difende dalle accuse e preannuncia un capitolo della prossima Enciclica del Papa

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L’approvazione, in Consiglio comunale di Verona, dell’Ordine del giorno Famiglia, educazione e libertà d’espressione fu accolta, nemmeno un mese fa, da un vigoroso scrosciare d’applausi da parte di un nutrito gruppo di genitori veronesi che assisteva al dibattito. Col passare dei giorni tuttavia, a leggere alcuni articoli di giornale, è sembrato che quel consenso non sia mai esistito. Il fuoco di fila mediatico che ha colpito il primo firmatario del documento, il consigliere Alberto Zelger, ha polverizzato le istanze reali della gente, di quei genitori preoccupati di riaffermare la libertà d’educazione tutelata dalla Costituzione italiana.

Polemiche e accuse di “omofobia” nei confronti della mozione si sono rincorse sui giornali, una vera e propria campagna che lo stesso Zelger non esita a definire “propaganda della lobby omosessuale”. Campagna che ha finito per travalicare le pagine dei giornali, introducendo il “caso Verona” all’interno del Senato. È qui che Sergio Lo Giudice (Pd), insieme a 23 suoi colleghi, ha inoltrato un’interrogazione al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, chiedendo che “il Governo intervenga sulla vicenda con decisione”. Il gesto di Lo Giudice ha dato nuova linfa agli attacchi nei confronti di Zelger, il quale torna a parlare – e lo fa attraverso ZENIT – per difendersi dalle accuse circolate sul suo conto.

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Consigliere, come risponde a Lo Giudice che ha definito “inaccettabile” il suo Ordine del giorno?

Anzitutto va detto che il senatore Lo Giudice, essendo presidente onorario di Arcigay, è da considerare persona molto di parte. In secondo luogo, ogni cittadino può esprimere la propria opinione, soprattutto quando si va ad intaccare il diritto dei genitori di educare i propri figli secondo i loro principi morali e religiosi. È un diritto garantito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (art. 26), dalla Carta europea dei Diritti del Fanciullo nonché dalla stessa Costituzione italiana (art. 30). Ebbene, il mio Ordine del giorno approvato in Consiglio altro non fa che garantire questo diritto invitando il Sindaco a predisporre uno strumento di raccolta delle segnalazioni dei genitori di tentativi scolastici tesi a indottrinare gli alunni con spettacoli e opuscoli tendenziosi. Da parte mia non v’è alcun progetto di censura, termine che invece conoscono bene coloro i quali vorrebbero imporre ai giovani un’ideologia e una cultura legate al sesso non in linea con i principi morali delle famiglie.

Come commenta l’enfasi mediatica di cui è stato protagonista nei giorni scorsi, specialmente riguardo la presunta “mail segreta”? Può spiegarci cos’è accaduto?

Dopo l’approvazione dell’Odg ho mandato una mail ad alcuni contatti di amici per ringraziarli del sostegno. Evidentemente qualcuno di loro – credo in buona fede – ha inoltrato questa mail a qualche redazione di giornale che ha poi deciso di pubblicarne il testo. Di qui la polemica, perché io nella mail avevo evidenziato l’incongruenza di alcuni consiglieri che si definiscono cattolici ma che poi, quando si parla di famiglia in sede istituzionale, votano contro la famiglia naturale. Non era mia intenzione alimentare polemiche, ma dal momento che ciò è avvenuto mio malgrado, non ho alcuna remora a ribadire quanto avevo scritto.

A proposito di consiglieri citati nella sua mail, Daniele Polato (Fi) ha detto che vorrà chiedere conferma a mons. Giuseppe Zenti, vescovo di Verona, su quanto da lei affermato, ossia che il presule sosterrebbe la mozione…

Non ho mai detto questo. Piuttosto ho voluto solo sottolineare che mons. Zenti, in più occasioni e in modo forte e chiaro, ha ribadito gli insegnamenti della Chiesa: che le identità maschile e femminile non possono esser messe in discussione e che la famiglia è formata da un uomo e da una donna. Detto ciò, io sono in contatto con il vescovo, al quale ho consegnato anche una copia della mozione manifestandogli le preoccupazioni circa quello che sta accadendo nelle scuole, dove alcuni progetti sull’affettività che arrivano sui banchi con il marchio del ministero.

Come risponde a quei consiglieri Pd cattolici che hanno definito il suo Odg “una crociata che non ci appartiene” affermando che “la famiglia è attaccata su altri fronti”?

Che leggano le parole del Papa, il quale è stato molto chiaro su questo tema in più occasioni. Inoltre – e questo me lo ha confidato personalmente mons. Zenti – nella prossima Enciclica sulla Creazione che il Papa sta preparando, vi sarà un capitolo dedicato all’ideologia del gender.

Che risvolti prevede a seguito del “polverone” che la sua mozione ha alzato?

Molto positivi, francamente. Ho ricevuto attestati di solidarietà da parte di tantissime persone le quali, pur non conoscendomi, hanno voluto sostenere la mia battaglia. Ripeto: non era mia intenzione far finire la questione sui giornali, ma se l’esito è stato quello che sto constatando, ossia un ridestarsi delle coscienze di tante persone sul delicato tema della difesa della famiglia e della libertà d’insegnamento, ben venga l’enfasi mediatica! Chi voleva “affossare” la mozione sotto i colpi delle accuse di “omofobia” si è fatto un clamoroso autogol. Come si dice: il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.

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Federico Cenci

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