Nuova tappa del viaggio del cardinale Fernando Filoni in Iraq: il prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, inviato personale di Papa Francesco, si è recato in visita nella comunità di rifugiati di Amadya, Zakho e Duhok.
Il porporato ha raccontato alla Radio Vaticana di essersi fermato al tempio di Lalish per incontrare i capi delle comunità Yazidi e consegnare 25.000 dollari, il contributo economico del Pontefice come segno tangibile della sua vicinanza e solidarietà. In mezzo ai capi di questa minoranza perseguitata, Filoni ha ascoltato le terribili testimonianze e le suppliche dei rifugiati rivolte al Santo Padre e ai responsabili delle Nazioni, affinchè pongano fine al “genocidio” del loro popolo.
“Siamo stati violati nella nostra dignità - hanno confidato gli sfollati al cardinale - umiliati come uomini, distrutti come comunità. Non abbiamo più le nostre donne, le nostre madri e le nostre figlie. Che cosa ci resta ancora qui?”
“Con accoratissimi appelli - ha riferito il Capo Dicastero ai microfoni dell'emittente - chiedono di non essere dimenticati. In effetti le loro voci sono strazianti e creano un’atmosfera di terribile tragedia. Ho assicurato loro che il Papa non difende solo i cristiani ma anche tutte le minoranze violate nei loro diritti dai terroristi e sicuramente riferirò le loro voci e il loro grido”.
Il Prefetto di Propaganda Fide ha successivamente visitato due campi profughi di cristiani vicino ad Amadya. Con queste comunità ha celebrato ieri la solennità dell’Assunta, una festa molto sentita in quelle zone. A Komane, il porporato ha salutato le 28 famiglie ospiti del centro parrocchiale, composte per lo più da gente proveniente da Qaraqosh e Alqosh.
Poco distante da lì c’è una scuola messa a disposizione dal Governo che ospita una quarantina di famiglie. Due giorni fa è nata lì una bambina. I genitori avevano perso tutto. La sistemazione è dignitosa, sebbene manchino servizi igienici sufficienti. Le autorità locali hanno promesso a questa gente tutto il loro aiuto, spiega il cardinale.
"Prima di lasciare questo campo - prosegue - sono arrivati alcuni giovani yazidi raccontando che erano gli unici che si erano salvati delle loro famiglie, circa 200 persone in tutto che oggi sono state rapiti dai terroristi. Questi poveri giovani, sconvolti, affamati, distrutti, chiedevano di essere aiutati denunziando il dramma dei propri parenti e amici".
Parlando della presenza di operatori dei media locali e internazionali, il cardinale Filoni afferma di aver lanciato un appello "in favore di queste disgraziate comunità che più di altre subiscono una feroce persecuzione. Abbiamo affidato questi giovani alla cura dei responsabili del campo di rifugiati - dice -. La situazione, come si può comprendere, soprattutto nella zona di Sinjar rimane drammatica”.
Nella serata di ieri, presso la Cattedrale di Duhok, insieme al Patriarca, al Nunzio e ai Vescovi, alcuni dei quali anch’essi rifugiati, il Prefetto ha concelebrato una solenne liturgia eucaristica caldea, alla presenza di numerosissimi fedeli.
Dopo la Messa il sacerdote caldeo Gazwan, di ritorno da Alquosh - zona del fronte kurdo militare - ha incontrato il porporato, raccontandogli di aver celebrato la Messa ad Alquosh per le circa 150 persone rimaste a difendere la Chiesa e le loro case. Il religioso, che insegna al Babel College di Erbil ed è professore di lingue semitiche all’Università Urbaniana, non aveva voluto lasciare senza Messa gli ultimi residenti del villaggio.
Intanto il viaggio dell'Inviato del Papa prosegue: per oggi è prevista una visita ai rifugiati di Zakho e di Manghes, oltre all’incontro con il Governatore di Duhok.