Era da tempo che non dormivo tanto saporitamente. E’, fra le poche, un’occasione in cui ti puoi svegliare totalmente riposato. Ti senti pronto a dare la tua vita per quel prossimo che il programma della giornata ti fa incontrare.
E’ proprio vero che la mente riposata aiuta a donare le tue energie e mentre doni te stesso godi la libertà da te stesso.
Anche questa mattina la mia giornata è iniziata con il solito “avvenimento”: l’interruzione brusca, se non traumatica del sonno. La colpevole è sempre la sveglia che ti distoglie da un’attività così importante.
Col suo irresistibile, interminabile trillo, la sveglietta mi ha interrotto la suspence gioiosa di chi sta sognando: scaduti i giorni di punizione, stavo per essere liberato dal carcere. “Domani sarai liberato – mi telefonò Alcide la sera precedente – e sarà il giorno più bello della tua vita”.
Volevo incontrare e ringraziare gli amici che mi hanno sempre assistito e visitato; mi aspettavano all’ingresso del carcere per portarmi a godere con loro un pranzo in libertà.
Né amici né pranzo, ma solo un lento e faticoso risveglio che mi immetteva in una più piena e meravigliosa consapevolezza d’un dono goduto da sempre, realizzato e posseduto da sempre per sempre.
Ben venga il tormento, mi spacchi i timpani il trillo della sveglia! Mi ruba un bel sogno, ma mi regala la piena consapevolezza della libertà di poter amare che ho in Dio e che mi sorprenderà in eterno.
Ciao da p. Andrea
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