Le Comunità islamiche d'Italia condannano i jihadisti dell'Iraq

Con un “appello contro le guerre”, l’Ucoii censura “le aberrazioni dell’Isis” e invita i musulmani a iniziative pubbliche di solidarietà con i cristiani perseguitati

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Qualunque potere che si richiami all’Islam ha il dovere di proteggere cristiani, ebrei e tutte le altre popolazioni. Lo dichiarano i musulmani italiani riuniti sotto la sigla dell’Ucoii, Unione delle Comunità Islamiche d’Italia, con un appello contro la guerra pubblicato al margine della Giornata di preghiera per i cristiani perseguitati indetta dalla Conferenza episcopale italiana.

“Il rispetto e la protezione della Gente del Libro (i cristiani e gli ebrei) e, in generale di tutte le popolazioni che vivono in un Paese o territorio governato dai musulmani é un dovere ineludibile di qualunque potere che si richiami all’Islam”, si legge nel comunicato.

Allo stesso tempo, l’Ucoii afferma che “nessuna referenza religiosa” può essere avanzata per giustificare o sostenere “una forza che affigge insegne islamiche” ma che viola “tutte le regole sharaitiche (di origine divina, ndr) e morali del conflitto”. Parlando dello Stato islamico dell’Islam e del Levante, l’Ucoii sostiene che “si tratta di forze mercenarie, in gran parte extra irachene, che sono attualmente vivamente contrastate sul territorio da forze islamiche nazionaliste e dai peshmerga curdi”.

Pertanto, “i musulmani iracheni contrastano le aberrazioni del Isis e sono in prima linea nella difesa e la protezione dei Cristiani non solo militarmente: sedici Ulema (dotti di scienze religiose) musulmani sunniti, che appartengono a confraternite sufi di Mosul, lo scorso mese, sono stati uccisi da quei criminali per aver difeso i cristiani della città”. Tra loro – ricorda l’Ucoii – “ci sono gli imam della Grande moschea della città, Muhammad al-Mansuri, e quello della moschea del Profeta Giona (as), Abdel-Salam Muhamma”.

L’Ucoii si dice solidale con i cristiani dell’Iraq e con le altre minoranze perseguitate e afferma che la guerra, “che è la madre di tutta l’ingiustizia e la sua figlia al contempo, deve cessare ovunque e smettere di produrre i suoi effetti satanici sulle creature di Dio, in Irak come in Siria, in Palestina, in Nigeria come in Afghanistan, in Siria e in Centro Africa”.

La preghiera dell’Ucoii si leva affinché il Signore guidi i capi religiosi delle diverse comunità ad unirsi e approfondire il dialogo interreligioso, “mettendo i valori delle rispettive religioni a servizio dell’umanità intera, allontanando ogni forma di odio per l’altro diverso da noi, ogni tentazione di evocare e strumentalizzare ancora antiche forme di antisemitismo, anti cristianesimo o islamofobia”.

L’invito finale è rivolto a “tutti i musulmani e le musulmane” affinché si adoperino a “testimoniare un forte impegno di pace e fratellanza con tutti i credenti perseguitati, con iniziative pubbliche e solidali”.

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ZENIT Staff

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