Per arrivare nel paese asiatico, l’aereo che trasportava il Pontefice ha sorvolato Croazia, Slovenia, Austria, Slovacchia, Polonia, Bielorussia, Russia, Mongolia e Cina. Per ognuno di questi paesi Papa Francesco ha voluto inviare un messaggio telegrafico ai rispettivi Capi di Stato.
A Ivo Josipovic, presidente della Croazia, ha scritto: “Sorvolando il Vostro Paese nel corso del volo che mi porterà in Corea del Sud, invio a Lei ed ai suoi concittadini cordiali saluti. Implorando la divina benedizione per la vostra nazione, prego Dio Onnipotente affinchè vi benedica con pace e benessere”. Al presidente della Slovenia, Borut Pahor, ha invece detto: “Rivolgo un cordiale saluto a Vostra Eccellenza e i i suoi concittadini. Nel sorvolare il vostro Paese invoco la benedizione di Dio Onnipotente e lo prego affinchè conceda alla vostra nazione pace e benessere”.
Telegrammi simili con invocazioni e preghiere di pace e benessere, il Papa li ha inviati anche ai Presidenti dell’Austria Heinz Fischer; della Slovacchia Andrej Kiska; della Polonia Bronislaw Komorowski; della Bielorussia Alexander Lukashenko; della Russia Vladimir Putin; della Mongolia Tsakhiagiin Elbegdorj.
Per la prima volta, inoltre, l’aereo papale ha potuto volare sopra la Repubblica Popolare Cinese, grazie all’autorizzazione di Pechino. Papa Francesco ha indirizzato quindi un messaggio augurale anche al presidente Xi Jinping in cui scrive: “Entrando nello spazio aereo cinese, porgo i miei migliori auguri a sua eccellenza e a tutti i suoi concittadini e invoco la benedizione divina di pace e benessere sulla Nazione”.
Durante il viaggio, poi, Francesco ha pregato con i giornalisti presenti anche per Simone Camilli, il videoreporter italiano ucciso ieri a Gaza durante l’operazione di disinnesco di un missile. “Una preghiera per Simone Camilli, uno dei ‘vostri’ che oggi se ne è andato in servizio”, ha chiesto il Santo Padre, invitando a pregare “in silenzio” e affermando: “Queste sono conseguenze della guerra”.
“Grazie per il vostro servizio – ha aggiunto il Pontefice -. Grazie per tutto quello che farete che non sarà un tour ma sarà proprio molto impegnativo. Che la vostra parola aiuti sempre ad unirci al mondo e anche mi raccomando: date questo messaggio di pace”.
Alle 3.35 le autorità coreane sono salite a bordo per accogliere il Papa. Lui è sceso lentamente dalla scaletta dell’aereo, ha stretto la mano alla Geun-hye e ha discusso con lei per pochi secondi. Poi due bambini coreani vestiti con abiti tradizionali gli hanno offerto una composizione floreale, mentre per festeggiare l’inizio della visita funzionari dell’esercito hanno fatto esplodere colpi di cannone in suo onore. Per Papa Francesco si tratta del primo viaggio in un paese asiatico.
Le autorità ed il popolo coreano hanno mostrato grande cordialità e gentilezza. Nonostante i cattolici siano solo l’11% della popolazione, l’intero paese ha mostrato grande attesa per la visita di questo Papa.
Il Vescovo di Roma ha quindi salutato uno ad uno le autorità governative e i rappresentanti delle diverse categorie sociali del Paese ai quali si è rivolto in spagnolo puntualmente assistito da un prete coreano che gli farà da interprete durante l’intero soggiorno. Non ha mancato poi di distribuire come sempre ampi sorrisi e affettuosi saluti ai presuli e ai fedeli presenti all’aeroporto. Il Santo Padre è poi salito su un’auto nera, una Kia Soul, poco più che un utilitaria per dirigersi verso la Nunziatura dove celebrerà una Messa in privato. Ha quindi abbassato il finestrino per salutare chiunque incontrava durante il tragitto.
La stampa coreana ha salutato l’arrivo del Pontefice con titoli titoli del tipo: “Questo è il Papa Pastore dei deboli”. Proprio questo è infatti l’aspetto che maggiormente sembra aver colpito il popolo asiativco: un Papa particolarmente vicino ai poveri e agli emarginati.
Sicuramente le strade per aspettare il Papa non sono affollate come quelle di Rio de Janeiro, ma sono tanti i gruppi sparsi che lo salutano. C’è entusiasmo e le misure di sicurezza sono molto rigide, sia per i giornalisti che per i fedeli. Si presume che esse condizioneranno i numeri della partecipazione agli incontri del Pontefice.