In Vietnam, una Chiesa martire e gioiosa

Testimonianza dal Paese asiatico, nel giorno dell’arrivo del Papa in Corea, da parte di un missionario del Pime

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Scrivo dal Vietnam, dove sono da una settimana, ai lettori di Zenit. Ho incontrato la realtà di una Chiesa coraggiosa e ben presente, perseguitata per secoli ma ben radicata nella vita dei cristiani; fecondata dal sangue dei martiri che resiste senza clamori al controllo del regime comunista.

Circa il 10 per cento della popolazione vietnamita è cattolico. Nell’ambito geografico delle parrocchie e delle chiese sono permesse iniziative e celebrazioni, come quella commovente di oggi, 13 agosto, al Centro Mariano di Bai Dau Vung Tau, con la partecipazione di quasi trentamila cattolici, evento che si ripete il 13 di ogni mese.

I missionari non possono entrare come tali ma sotto altri titoli, come insegnanti, eccetera. Nei rapporti diplomatici con la Santa Sede, solo il 18 giugno 2011 Papa Benedetto XVI nominò l’arcivescovo Leopoldo Girelli suo Nunzio Apostolico non residente per il Vietnam. Mi sono fermato soprattutto nella diocesi di Xuan Loc, istituita cinquant’anni fa e dove è vescovo ausiliare e rettore del seminario interdiocesano mons. Giuseppe Dinh Duc Dao, con il quale ho collaborato per anni nell’attività di animazione missionaria a Roma.

I-ne-Khu (Ignazio) fu il primo missionario che nel 1533 predicò il Vangelo nella provincia di Nam Dinh (Tonchino), subito colpito da un editto di proscrizione. Ufficialmente la Chiesa vietnamita nasce il giorno di Pasqua del 1615 quando due gesuiti, il napoletano Francesco Buzzoni e il portoghese Diego Carvalho, approdarono a Tourane (Cocincina) e celebrarono la Messa con un gruppo di cristiani giapponesi esiliati dal loro Paese. Nel 1626 altri gesuiti arrivarono ad Hanoi e avviarono l’evangelizzazione del Tonchino.

Il vero fondatore della Chiesa vietnamita fu il gesuita francese Alessandro de Rhodes, che giunse a Hué nel 1625. Nel 1630 fu espulso ma si stabilì a Macao mantenendo i contatti con i catechisti vietnamiti. La genialità di de Rhodes fu la trascrizione dei suoni della lingua parlata con le lettere dell’alfabeto latino al posto degli ideogrammi cinesi e l’iniziativa di evangelizzare i vietnamiti mediante i vietnamiti, fondando la Congregazione dei Catechisti.

Nonostante la proibizione alla diffusione del cristianesimo, la Chiesa continuò a svilupparsi, anche se di nascosto. Nel 1659 vennero istituiti i Vicariati apostolici del Tonchino e della Cocincina; nel 1670 si tenne il primo Sinodo dei vescovi vietnamiti a Nam Din. Durante l’800 i cristiani furono crudelmente perseguitati. Nel 1933 venne eletto il primo vescovo vietnamita di nascita.

Con il ritiro definitivo della Francia dal Paese il Vietnam venne diviso in due parti: il nord sotto influenza comunista e il sud sotto quella occidentale. I cristiani fuggirono in massa verso il sud; emigrarono intere parrocchie e intere diocesi con i loro vescovi mentre il regime comunista espulse tutti i missionari stranieri, chiuse i seminari e nazionalizzò le scuole. Nel 1976 il Vietnam venne riunificato sotto il dominio comunista.

La storia della Chiesa in Vietnam è ricca di martiri: circa 130.000, dalla prima ora ad oggi. 118 di essi sono stati elevati all’onore degli altari. Come sempre il sangue dei martiri è il seme fecondo dei cristiani vietnamiti e soprattutto delle vocazioni al sacerdozio. Vi sono otto seminari regionali che formano più di undicimila seminaristi che, per ordinamento governativo,  possono iniziare gli studi filosofici e teologici solo dopo aver conseguito un titolo universitario. Oggi vi sono in Vietnam 44 diocesi, 4.050 preti, 1.424 religiosi, 3946 seminaristi, 56.593 catechisti su un totale di 6.400.567 cattolici su una popolazione di 89.029.559 abitanti (dati del 2011).

Sono stato a Saigon – Ho Chi Min, ho viaggiato per intere regioni, ho incontrato a Saigon il cardinale arcivescovo emerito, poi il vescovo di Ba Ria e quello di Xuan Loc; ho parlato con religiose di diverse congregazioni; ai 350 seminaristi del seminario in Xuan Lo ho consegnato copia del quadro della Madonna del Rosario di Pompei e distribuito duecento rosari; ho assistito domenica 10 agosto a una solenne concelebrazione presieduta da mons. Dao con più di cinquanta cresime e l’inizio del cammino di preparazione al battesimo di altrettanti giovani; ho incontrato i bambini della scuola materna retta dalle Suore Amanti della Croce, la più antica Congregazione religiosa presente in Vietnam.

Dovunque una fede serena e impegnata, una preghiera dagli accenti dolcissimi, una venerazione commovente a Maria e, una scoperta per me, una grande devozione a san Giuseppe, patrono della Chiesa vietnamita. Un esempio per tutti i cristiani del mondo!

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Giuseppe Buono

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