Uno spiraglio di speranza per sconfiggere l’ebola piove dai cieli della Liberia. Nella giornata di ieri, infatti, una società statunitense nel Paese africano, su richiesta del governo di Monrovia e dietro mediazione dell’amministrazione di Washington, ha fatto arrivare dei farmaci contro l’ebola in fase di sperimentazione.

La notizia è stata resa nota dal ministro della Sanità della Liberia, Lewis Brown, secondo il quale l’alternativa a questa soluzione sarebbe “una morte certa”. Nei giorni scorsi era intervenuta direttamente l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) con un appello agli Stati Uniti affinché rendessero disponibile il siero nei Paesi africani colpiti da epidemia di ebola.

Tuttavia il presidente Barack Obama era stato inizialmente riluttante, chiedendo di concentrarsi sul contenimento dell’epidemia dal momento che non ci sono informazioni sufficienti per decidere se la cura sperimentale possa rivelarsi efficace.

Finora lo Zmapp, prodotto dalla casa farmaceutica Mapp Biopharmceutical, è stato testato su tre pazienti. La gente intanto continua a morire. L’Oms ha annunciato che è stata superata la soglie dei mille morti a causa del virus. I Paesi più colpiti sono Guinea, Liberia, Sierra Leone e più recentemente anche la Nigeria.

Stamattina, intorno alle ore 9.00, si è registrata anche la prima vittima in Europa dell'epidemia. Si tratta di Miguel Pajares, sacerdote spagnolo di 75 anni che aveva contratto il virus in Liberia. L'uomo è deceduto in un ospedale di Madrid, dove era stato trasferito nei giorni scorsi.