Con un amico salgo a vedere l’acqua delle sorgenti del Piave che non vedevo da cinquant’anni. Ricordavo una polla d’acqua sul costone del Peralba a quota 2180. Ma, arrivati a 1850, ci incuriosisce un fitto parcheggio e una grande scritta accanto a un grazioso mini-laghetto: “le sorgenti del Piave”.
-“Ma…hanno abbassato le sorgenti!?; ma queste non sono quelle vere!” – rimbrottò l’amico.
Incuriositi dalla stranezza, continuiamo a salire per un sentiero impegnativo che costeggiava una conduttura in superficie. Arriviamo al rifugio Calvi, a 2180. Immediata la nostra perplessità e la domanda al gestore che, sorpreso, ci indica a breve distanza la polla delle vere sorgenti: “Le abbiamo abbassate…quelle che avete incontrato più giù sono fittizie; ma in quella valle i turisti le possono raggiungere comodamente in macchina”.
Mi ha preso una specie di indignazione: per rendere accessibile una cosa bella la si falsifica, senza rendersi conto che tutta la sua preziosità sta proprio nella sua inaccessibilità. Il cristianesimo, abbassato alle possibilità dell’uomo, è semplicemente “fittizio”. Ecco perché inconcludente e deludente.
Tutta la gioiosa bellezza del cristianesimo sta proprio nell’inaccessibilità della sua sorgente. E’ sulle spalle del papà che il bambino vince e gode l’inaccessibilità delle vette; con Gesù in te puoi gustare il torrente d’acqua viva che in te zampilla e rallegra.
Ciao da p. Andrea
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