Le pietre e la cattedrale

Solo al compimento dell’opera apparirà la magnifica bellezza dell’unità

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A causa del terremoto, è caduta la cattedrale. Al suo posto un mucchio di pietre: piccole, grandi, levigate, ruvide, bianche, grigie, rosse, nere, di forma rotonda, coni­ca, romboidale, cubica, di tutte le forme.

È strano: quelle pietre ben ordinate, formavano una realtà unica e definita: la cattedrale, appunto. Ora, invece, nel mucchio, senza nessun ordine, ciascuna attira l’attenzione su di sé. Ma ognuna da sola non dice più di tanto.

L’ingegnere che ha costruito la cattedrale, ac­corre sulle rovine. Riconoscendole, ad ogni pietra da un nome, un numero, perché nella ricostruzione ognu­na ritrovi il posto che solo essa può oc­cupare.

Ha cura di far­lo obbedendo a metodi e mezzi antisismici, per ottenere una cattedrale unita e com­paginata con ferro e cemento, capace di sfidare qual­siasi terremoto.

L’in­gegnere se ne va. Gli operai devono soltanto ese­guire il suo disegno e ordinare le pietre secondo la sua enumerazione.

Quando non capiscono perché questa e non quella pie­tra, perché così e non colà, devono solo fi­darsi dell’enumerazione data: solo alla fine comprendono tutto e hanno la risposta ad ogni loro perché.

Appena ogni pietra è al suo po­sto, scompaiono le particolarità delle singole pie­tre perché possa apparire invece la magnifica bellezza dell’unità: la catte­drale.

Che tutti siano uno perché il mondo veda e cre­da. Che tutti siano uno perché appaia Gesù.

Ciao da p. Andrea

Per richiedere copie dei libretti di padre Andrea Panont e per ogni approfondimento si può cliccare qui. 

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Andrea Panont

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