Nell’ultimo mese le notizie provenienti dall’Iraq sono diventate via via sempre più tragiche e, ad oggi, sappiamo che sono quasi 100.000 i cristiani cacciati dalla Piana di Ninive. Insieme ai cristiani, altre minoranze stanno soffrendo a causa delle efferate persecuzioni degli estremistidelcosiddetto Califfato. Migliaia di persone sono costrette a lasciare le proprie case, spogliate dei propri beni, a vedere bruciate chiese e moschee senza nessuna possibilità di fermare i propri aggressori. Gli appelli alla comunità internazionale, fatti dai pastori delle comunità cristiane di quella terra tormentata, danno voce a tutti coloro che subiscono queste atrocità: gesti disumani che nessuna religione può volere e nessuna differenza, nessun interesse e nessuna ambizione possono giustificare.
Di fronte a tanto dolore e a tanta inaccettabile ingiustizia, anche l’Azione Cattolica Italiana si unisce alla voce di Papa Francesco e a quella dei nostri Vescovi, espressa dal cardinal Bagnasco, che hanno denunciato la gravità della situazione e hanno richiamato l’Europa ad aprire gli occhi, superando la propria cinica distrazione.
La violenza si vince con la pace e, proprio per questo, “cristiani e musulmani hanno il dovere” – come hanno affermato in un comunicato congiunto i Patriarchi delle chiese orientali cattoliche e ortodosse al termine della riunione che si è tenuta nella sede patriarcale maronita di Dimane, nel nord del Libano – “di far fronte insieme all’estremismo religioso, per trasmettere alle generazioni future un Medio Oriente libero da questo flagello, illuminando le coscienze e le intelligenze”.
In continuità con l’iniziativa promossa il 6 agosto scorso dal Forum Internazionale di Azione Cattolica, l’associazione fa dunque proprio l’invito lanciato dai Vescovi italiani per una giornata di preghiera il prossimo 15 agosto. L’Azione Cattolica invita tutti i suoi aderenti, tutte le associazioni diocesane e parrocchiali presenti sul territorio italiano, a mobilitarsi per questo e a rendersi disponibili per l’accoglienza dei profughi che dovessero giungere in Italia, così come sollecitato dal Cardinale Bagnasco, sostenendo lo sforzo e l’impegno delle parrocchie e delle comunità cristiane.