Papa Francesco si congratula con il Consiglio delle Conferenze episcopali dell’America Latina per il convegno organizzato dal Dipartimento Famiglia, Vita e Gioventù a tema Famiglia e sviluppo sociale per la vita piena e la comunione missionaria. Il Santo Padre ha inviato un messaggio in occasione dell’evento, che si svolge a Panama dal 4 al 9 agosto, e che ha letto, in apertura dei lavori, mons. Raúl Martín, vescovo di Santa Rosa, in Argentina, e presidente del Dipartimento Famiglia, Vita e Gioventù del Celam.

Il messaggio proveniente dal Vaticano inizia definendo questa iniziativa “a favore di un valore tanto caro e importante oggi presso i nostri popoli”. Valore che papa Francesco descrive, in un passaggio immediatamente successivo, come “un centro d’amore”, dove regnano “la legge del rispetto e della comunione”, capaci di resistere a “manipolazioni” e a tentativi di “dominio dei ‘centri di potere’ mondani”.

All’interno della famiglia, spiega ancora il Pontefice, “la persona si integra in modo naturale e armoniosamente in un gruppo umano”. È così che supera “la falsa opposizione tra individuo e società”. La famiglia - sottolinea il Santo Padre - è un luogo in cui “nessuno è escluso”: trovano accoglienza “tanto l’anziano quanto il bambino”. In questa cellula fondante nascono così “la cultura dell’incontro e del dialogo, l’apertura alla solidarietà e alla trascendenza”.

Pertanto, il Papa ribadisce quanto già espresso dal suo predecessore Benedetto XVI, ossia che la famiglia è una “ricchezza sociale” (cfr. Lettera Enciclica Caritas in veritate, 44). A tal proposito, il Pontefice ne mette in risalto due preminenti caratteristiche: la stabilità e la fecondità. Il Santo Padre scrive che nel nucleo familiare “si apprendono e si vivono” le “relazioni basate sull’amore fedele fino alla morte”, che il Papa enuclea nel matrimonio, nella paternità, nella filiazione e nella fratellanza. Si tratta - ha dunque aggiunto - di relazioni “che costituiscono il tessuto basilare di una società umana”, dandole “coesione e consistenza”. Papa Francesco precisa che “non si può essere parte di un popolo”, se nel cuore queste relazioni sono “spezzate”.

Relazioni che sono strettamente legate alla “fecondità”, il secondo aspetto su cui si è soffermato il Papa. “L’amore della famiglia - ha scritto - è fecondo” in quanto “crea nuove vite” ma anche “perché allarga l’orizzonte dell’esistenza”. Il Vescovo di Roma respinge “disperazione e disfattismo” e sottolinea che “una convivenza basata sul rispetto e la fiducia è possibile”. Lo è perché la famiglia, “dinanzi a una visione materialista del mondo”, “non riduce l’uomo a sterile utilitarismo”, ma gli dà linfa e raccoglie “i desideri più profondi”.

Infine, papa Francesco rammenta ai partecipanti al convegno - citando il Documento di Aparecida da lui redatto nel 2007 - che la famiglia “non deve essere considerata solo oggetto, ma anche agente di evangelizzazione”. Il concetto viene meglio precisato quando spiega che essa “permette di vedere nell’amore umano un segno e la presenza dell’amore divino”. Nella famiglia - prosegue il Pontefice con un’immagine poetica - “la fede si mescola con il latte materno”.

Il Santo Padre spiega quindi che “l’amore familiare nobilita tutto ciò che l’uomo fa”, donando alle sue azioni “un valore aggiunto”. Per questo bisogna incoraggiare le famiglie a coltivare “relazioni sane tra i suoi membri”. Che il Papa stabilisce intorno a quel sintetico vocabolario che ha già avuto modo di promuovere: “perdono, grazie e per favore”. Al termine del testo, si trova l’invocazione a Nostra Signora di Guadalupe affinché renda ogni famiglia “seme di vita, di armonia e di una forte fede alimentata dal Vangelo e dalle opere buone”.