Dopo un’interruzione coincidente con l’intero mese di luglio, papa Francesco ha ripreso stamattina le Udienze Generali, proseguendo il ciclo di catechesi sul tema del popolo di Dio.
Davanti ai fedeli accorsi in Aula Paolo VI, il Santo Padre si è soffermato sulla “novità” dell’alleanza stabilita da Gesù Cristo “con il dono della sua vita”, attraverso la quale, il Signore porta “a compimento” la precedente alleanza avviata con Abramo.
Autentica “cerniera” tra l’Antico e il Nuovo Testamento è la “figura molto significativa” di Giovanni Battista, il “precursore” che spiana la strada al popolo verso la “conversione del cuore” e l’accoglienza della consolazione di Dio ormai vicina”.
Il Vangelo di Giovanni indica nel Battista il “testimone”, che “ci fa riconoscere in Gesù Colui che viene dall’alto, per perdonare i nostri peccati e per fare del suo popolo la sua sposa, primizia dell’umanità nuova”.
Facendo da “ponte tra la promessa dell’Antico Testamento e il suo compimento, tra le profezie e la loro realizzazione in Gesù Cristo”, Giovanni ci invita a seguire Gesù e “ci dice senza mezzi termini che questo richiede umiltà, pentimento e conversione”.
Se in precedenza Mosè aveva stipulato “l’alleanza con Dio in forza della legge ricevuta sul Sinai”, Gesù, “nuovo Mosè”, “da una collina in riva al lago di Galilea, consegna ai suoi discepoli e alla folla un insegnamento nuovo che comincia con le Beatitudini”, ha spiegato il Papa.
Attraverso le Beatitudini, Dio indica la “risposta al desiderio di felicità insito nell’uomo” e perfeziona i comandamenti dell’Antica Alleanza. Per questo motivo, ha suggerito il Pontefice, sarebbe opportuno impararle a memoria e “imprimerle nel nostro cuore”, così come di solito si fa con i Comandamenti insegnati al catechismo.
Dopo aver fatto ripetere in coro ai fedeli l’intera sequenza delle Beatitudini (Mt 5,1-12), papa Francesco ha assegnato loro un “compito da fare a casa: prendete il Vangelo, uno piccolo che dovete portare sempre con voi, e nel Vangelo di Matteo, capitolo 5, ci sono le Beatitudini. Leggetele!”.
Nelle parole delle Beatitudini c’è “tutta la novità portata da Cristo”: in effetti, esse sono proprio “il ritratto di Gesù, la sua forma di vita; e sono la via della vera felicità, che anche noi possiamo percorrere con la grazia che Gesù ci dona”.
Assieme alla “nuova legge”, Gesù ci consegna anche il “protocollo” su cui saremo giudicati “alla fine del mondo” e che sono riscontrabili nel Vangelo di Matteo, al Capitolo 25.
“Non avremo titoli, crediti o privilegi da accampare – ha ricordato il Santo Padre -. Il Signore ci riconoscerà se a nostra volta lo avremo riconosciuto nel povero, nell’affamato, in chi è indigente ed emarginato, in chi è sofferente e solo. È questo – ha sottolineato – uno dei criteri fondamentali di verifica della nostra vita cristiana, sul quale Gesù ci invita a misurarci ogni giorno”.
Ogni cristiano quindi deve ispirare la propria vita cristiana alle Beatitudini e poi, fare l’esame di coscienza sulla scorta del Capitolo 25 di Matteo: “ci farà bene – ha commentato il Papa – sono cose semplici ma concrete”.
La nuova alleanza, quindi, consiste proprio nel “riconoscersi, in Cristo, avvolti dalla misericordia e dalla compassione di Dio”, ha aggiunto Francesco. “È questo che riempie il nostro cuore di gioia, ed è questo che fa della nostra vita una testimonianza bella e credibile dell’amore di Dio per tutti i fratelli che incontriamo ogni giorno”, ha quindi concluso.