“Il discorso della compatibilità non è previsto”. Con queste parole Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, ha provato a spegnere le polemiche suscitate ieri dalla lettera diffusa da alcuni rappresentanti delle società scientifiche, nella quale si chiede la possibilità di far scegliere, o comunque di garantire, all’interno delle cliniche che svolgono fecondazione eterologa, la compatibilità di colore della pelle e degli occhi del nascituro con quello della coppia ricevente i gameti donati.
La ministra Lorenzin detta così le linee guida del decreto legge sulla fecondazione eterologa, che segue la sentenza di Cassazione che ha cancellato il divieto di eterologa dalla legge 40 e che è in via di presentazione al Consiglio dei Ministri per giovedì prossimo.
“Il mio decreto – si legge in un’intervista della Lorenzin del Corriere della Sera – è di un articolo e consente di far partire l’eterologa su tutto il territorio nazionale applicando le direttive europee e con controlli certi e chiari perché non si ripetano casi come i gemellini scambiati a Roma”. La ministra, pur dicendosi contraria alla compatibilità perché costituisce “discriminazione razziale” e sarebbe “anticostituzionale”, ha aperto alla possibilità che lo introduca il Parlamento “se vuole farlo”.