Il pericolo sempre attuale dello gnosticismo

Sul numero de “La Civiltà Cattolica” di domani, un articolo mette in guardia dal rischio di un “cristianesimo non cristiano”

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È possibile scorgere negli eventi della storia una traccia di assoluto e di verità? È possibile trovare nel divenire qualcosa che rimandi all’eterno? A queste domande la fede cristiana risponde in maniera positiva e si può costruire, a partire dal fluire dei secoli, una teologia della storia, cioè si può intuire dai fatti che si susseguono una riflessione su quello che è il progetto di Dio sull’uomo.

Non è quindi forse un caso se nella storia sua storia la Chiesa ha dovuto combattere come prima eresia quella che è nota sotto il nome di Gnosticismo. Essendo la prima delle eresie essa può essere vista in modo paradigmatico, un po’ come il peccato originale è l’archetipo di tutti gli altri peccati.

Allo gnosticismo – e a Sant’Ireneo che lo ha combattuto – è dedicato un articolo scritto da padre Enrico Cattaneo sull’ultimo numero de “La Civilta Cattolica” che uscirà sabato 2 agosto.

La parola gnosticismo è forse sconosciuta alla maggior parte dei fedeli ed è prevalentemente oggetto di attenzione da parte dei teologi, tuttavia la conoscenza di questo fenomeno è tutt’altro che marginale e le tematiche ad esso legate sono anche molto attuali. Quante volte nel mondo odierno si fanno strada pensieri riconducibili allo gnosticismo? Quante volte, anche in persone che si dichiarano credenti, serpeggiano idee gnostiche?

A tal proposito, padre Cattaneo scrive: “Le speculazioni gnostiche ci appaiono oggi abbastanza bizzarre, così da non attirare più l’adesione di alcuno. Però, dietro quelle speculazioni c’è una certa visione di Dio, del mondo e dell’uomo, che, coperta da altri rivestimenti concettuali e linguistici, è condivisa ancora oggi da molte persone”.

Innanzitutto lo gnosticismo nega che un Dio spirituale possa essere il creatore di un mondo materiale, egli infatti “non può avere creato il mondo, perché ciò sarebbe indegno della sua assoluta trascendenza”.

Il mondo materiale finisce per avere una connotazione negativa: “perciò il mondo materiale non è frutto di una creazione positiva di Dio, come insegna la Bibbia, ma sarebbe il risultato di una caduta, di una «defezione» avvenuta nel mondo divino, per cui una parte del divino si trova «alienata» nella materia”.

Da questo antagonismo fra spirituale e materiale, fra trascendente e immanente deriva “un pensiero essenzialmente dualistico, che procede per contrapposizioni: mondo divino versus mondo materiale; spirito vs corpo; bontà vs giustizia, e così via”, un pensiero in netto contrasto con la visione cattolica che all’aut-aut (=o questo o quello, o Dio o l’uomo, o lo spirito o la materia, ecc.) preferisce l’et-et(=sia questo che quello, sia Dio che l’uomo, sia lo spirito che la materia, ecc.)

Padre Cattaneo descrive poi altre caratteristiche degli gnostici. Essi “facevano leva su un diffuso sentimento antiecclesiastico e antiistituzionale, quest’ultimo da sempre aleggiante nello spirito umano”.

Un’altra caratteristica descritta dal religioso riguarda lo spirito settario, accentuato dalla convinzione che la salvezza fosse riservata solo a pochi perfetti. Infatti gli gnostici “davano a intendere di possedere una scienza nascosta, che rivelavano soltanto agli iniziati”.

Infine il gesuita mette in rilievo come l’antropologia gnostica sia improntata al pessimismo perché vede nel corpo la prigione dell’anima: “l’uomo vero è il suo spirito (pneuma), che si deve liberare dal corpo e dall’anima (psychē) per ritrovare se stesso e ritornare nella Pienezza divina (plerōma)”.

Alla luce di ciò possiamo chiederci: quante volte diamo vita ad un “cristianesimo non cristiano” proponendo l’immagine di un Dio così trascendente da non essere coinvolto nella sua creazione? Quante volte proponiamo un cristianesimo spiritualista lontano dalla verità di Dio Creatore? Quante volte la nostra fede non è illuminata dal mistero del Dio diventato uomo?

Contro tutte queste tentazioni, che come abbiamo visto hanno un’origine antica, ha combattuto Ireneo di Lione che ha ben evidenziato come la carne sia il cardine della salvezza: nella creazione e nell’incarnazione Dio manifesta tutto il suo amore per la materia.

Per approfondire: Àncora Online

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Nicola Rosetti

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