Investire per l'eternità 

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Con una nuova parabola, quella delle rete gettata nel mare che raccoglie ogni tipo di pesce,  il Signore invitava a riflettere gli ascoltatori anche sul momento della resa dei conti. È uno sguardo alla fine dei tempi che aiuta a considerare la brevità della vita e la necessità di essere “pesci buoni da mettere nei canestri”, pronti per quei momenti. 

Meditazione

Se rileggiamo la conversazione riferita dal Vangelo sembra quasi di stare seduti accanto a Gesù, che ci parla e ci interpella. Dio che aveva detto nell’Antico Testamento per bocca del profeta Geremia: «Ecco, come l’argilla è nelle mani del vasaio, così voi siete nelle mie mani, casa di Israele» ricorda che siamo fatti di creta, cioè che siamo fragili; però, nonostante la nostra fragilità, è Lui stesso che ci custodisce e ci sostiene. Ma ci chiede anche di non lasciarci andare alla tiepidezza spirituale, perché se un’anima che non riuscisse a raggiungere l’obiettivo finale della sua esistenza sarebbe una vera tragedia: «lì sarà pianto e stridore di denti». Allora, come possiamo disporci nel modo migliore per essere posti tra i pesci buoni o per essere collocati alla destra del Signore, come pecorelle che Lui riconosca? È necessario l’impegno di ogni giorno, è necessario camminare in questo mondo con lo sguardo rivolto sempre all’eternità che ci attende. Tutti abbiamo dinanzi a noi due vie: quella facile del “tirare avanti” nella vita, senza impegnarci troppo, assicurandoci un “cantuccio” tranquillo; oppure imboccare l’altra via, quella stretta: cercare il senso profondo della nostra esistenza e comprendere qual è la missione per la quale siamo stati creati. E, una volta compresa questa missione, impegnarci a fondo per realizzarla, cercando di non perdere un solo istante per portarla a termine. A questo proposito diceva Madre Teresa di Calcutta: «Tutti sappiamo dell’esistenza di un Dio che ci ama e che ci ha creati, un Dio a cui possiamo rivolgerci e chiedere: “Padre mio, aiutami. Voglio essere santo, voglio essere buono, voglio amare”. La santità non è un lusso riservato a pochi o ad alcuni. È destinata a voi, a me e a tutti. È un dovere semplice, perché, se impariamo ad amare, impariamo ad essere santi. Il primo passo verso la santità è il desiderio di conquistarla. Gesù vuole che siamo santi come suo Padre. La santità consiste nell’obbedire con gioia alla volontà di Dio». 

Preghiera

«Prendi, Signore, e ricevi tutta la mia libertà, la mia memoria, la mia intelligenza e tutta la mia volontà, tutto ciò che ho e possiedo; tu me lo hai dato, a te, Signore, lo ridono; tutto è tuo, di tutto disponi secondo la tua volontà: dammi solo il tuo amore e la tua grazia; e questo mi basta» (sant’Ignazio di Loyola). 

Agire

Meditare sul dono della vita e decidermi a seguire il cammino della donazione generosa.

Meditazione del giorno a cura dipadre Paolo Cerquitella, L.C., tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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