“Nuova Evangelizzazione” è un termine con cui molti hanno ormai familiarità, ma di cui altrettanti non hanno una idea chiara di cosa significhi personalmente per loro.
Scott Hahn, eminente biblista ed autore prolifico, affronta il tema nel suo ultimo libro Evangelizing Catholics: A Mission Manual for the New Evangelization (“Cattolici che evangelizzano: una manuale missionario per la nuova evangelizzazione”), edito da Our Sunday Visitor Publishing Division.
La Nuova Evangelizzazione, spiega l’autore, è indirizzata principalmente a “coloro i quali non sono stati adeguatamente catechizzati ma sono adeguatamente secolarizzati”.
È risaputo che molti cattolici non sono attivamente praticanti, tuttavia anche tra chi frequenta regolarmente la messa domenicale vi sono lacune non solo in merito alla conoscenza della propria fede ma anche nella formazione di una relazione personale con Dio.
La Nuova Evangelizzazione, afferma Hahn, “dovrebbe essere, in definitiva, una chiamata ad ogni uomo, ad ogni donna e ad ogni bambino ad innamorarsi, a crescere nell’amore e a camminare nell’amore con il Dio che ci ama”.
I semi della Nuova Evangelizzazione iniziano ai primi del XX secolo e sono stati rinforzati dal Vaticano II e da Paolo VI, che ha viaggiato molto e che ha visitato tutti i continenti del mondo.
In seguito, San Giovanni Paolo II fece la sua chiamata alla nuova evangelizzazione, durante la sua prima visita in Polonia nel 1979.
Poi, nei suoi scritti, nei suoi viaggi, con la pubblicazione del Catechismo, le Giornate Mondiali della Gioventù e in molti altri modi, ha sollecitato le persone ad impegnarsi nell’evangelizzazione.
Dopo di lui, Benedetto XVI e papa Francesco hanno continuato ad insistere sull’importanza del comunicare il messaggio evangelico e portare la gente ad un incontro personale con Cristo.
Ciò avviene in un contesto che Hahn definisce un “disastro catechetico”, vale a dire che, negli ultimi decenni, molti cattolici sono stati mal formati nella loro fede, quindi non si trovano nelle condizioni di poter evangelizzare altri.
Negli ultimi anni vi è stato un rinnovamento nella catechesi, ma anche molti di quei cattolici che oggi risultano più preparati, appaiono riluttanti ad essere attivi nella testimonianza della loro fede.
Parte di tale riluttanza, almeno negli Stati Uniti, è dovuta al fatto che nei secoli XVIII e XIX, i protestanti erano in schiacciante maggioranza e dominati da un forte sentimento anti-cattolico. Con il risultato che i cattolici rimanevano quieti e amalgamati al resto dei fedeli.
Molti cattolici associano comunque l’evangelizzazione alle pratiche del protestantesimo evangelico. A ciò si aggiunge la tendenza a ridurre la religione a fatto privato e ad una cultura che ha la tolleranza come somma virtù.
L’evangelizzazione non è affatto soltanto un compito dei sacerdoti o dei religiosi. I laici hanno un ruolo vitale in essa e possono raggiungere molte persone inaccessibili alla Chiesa istituzionale, osserva Hahn. Un parroco non può parlare ai collaboratori che non vanno mai in Chiesa o alla molta gente che i laici incontrano nella propria vita quotidiana.
“Tutti i cattolici sono chiamati a testimoniare la propria fede nella propria famiglia e tra gli amici, così come con i vicini di casa, sul lavoro e in parrocchia”, afferma Hahn.
Lo studioso individua poi alcuni luoghi di particolare importanza nello svolgimento della missione. Tra questi vi sono i campus universitari e l’autore ha sottolineato che molti giovani – una percentuale pari al 70% – che vanno al college, finiscono per lasciare la Chiesa.
I media sono un’altra area critica, in particolare i social media. Sebbene siano uno strumento spesso usato male, Hahn commenta che l’avvento dei nuovi media ha cambiato il terreno di gioco e che ora i cattolici hanno molti più mezzi per comunicare e proclamare il Vangelo che in passato.
Le conferenze e i ritiri sono un altro importante luogo designato ed un provato strumento per condurre le persone alla conversione.
I movimenti laicali, prosegue Hahn, sono stati una forza significativa, specie in Europa, e hanno aiutato milioni di cattolici.
Rispondere alla chiamata alla Nuova Evangelizzazione richiede molto più di un cuore ben disposto e nei capitoli conclusivi Hahn esamina i contenuti essenziali di ciò che va proclamato.
Ad iniziare dai fondamenti della nostra natura corrotta dal peccato originale, il ruolo della grazia di Dio nelle nostre vite e la nostra redenzione ad opera di Cristo, sono le verità fondamentali.
Il messaggio della croce, nel quale non vediamo l’ira di Dio ma la sua pietà, è un altro elemento chiave.
“Sulla croce, l’amore di Cristo vince la durezza e il gelo del peccato nei nostri cuori”, scrive l’autore.
In un capitolo precedente Hahn insiste sull’importanza di una forte vita familiare a sostegno dei credenti. Nei capitoli conclusivi lo studioso torna sul tema della famiglia e spiega come Cristo, attraverso la Nuova Alleanza, ha fondato l’unica universale famiglia di Dio.
“La Chiesa è la famiglia di Dio perché è il corpo di Cristo, un’estensione di Cristo incarnato e, in quanto tale, un’estensione della vita della Trinità”.
Hahn ha anche considerato la dimensione eucaristica della Nuova Evangelizzazione, “che è la fonte e l’apice dell’intera vita cristiana” (Lumen Gentium n° 11). In seguito l’autore approfondisce la dimensione sacrificale dell’Eucaristia.
Siamo tutti coinvolti nella Nuova Evangelizzazione, ribadisce lo studioso nella conclusione del libro. Una chiamata che continua ad essere ripetuta e che richiede una risposta.