“Non fermeremo l’operazione finché non avremo neutralizzato tutti i tunnel del terrore a Gaza”. Lo ha detto ieri il premier israeliano Benyamin Netanyahu, e i fatti delle ultime ore sembrano confermare che intende mantenere la sua promessa. Nella giornata di oggi è salito ulteriormente il bilancio delle vittime dell’artiglieria israeliana: secondo i servizi di soccorso palestinesi, almeno 1.113 persone hanno perso la vita dall’inizio dei bombardamenti, lo scorso 8 luglio.
Gli abitanti della zona centrale della Striscia, hanno intanto riferito che il bombardamento da parte dell’aviazione israeliana dell’unica centrale elettrica di Gaza, avvenuta in mattinata, ha causato la perdita di energia elettrica in diversi quartieri della città.
Colpita anche la scuola della parrocchia cattolica di Gaza, dedicata alla Sacra Famiglia. Secondo quando riferito dal parroco, padre Jorge Hernandez, all’Agenzia Fides, sono andati parzialmente distrutti parte dell’edificio, l’ufficio del parroco ed alcuni locali utilizzati dalla parrocchia. Il bersaglio del raid era una casa situata a pochi metri dal complesso parrocchiale, che è stata completamente rasa al suolo.
Ieri sera l’esercito israeliano aveva iniziato a inviare Sms ai residenti del quartiere di al-Zeitun, dove sono ubicate la parrocchia cattolica e quella ortodossa. In molti sono scappati, ma l’evacuazione non è stata possibile per quanti hanno trovato rifugio presso la Sacra Famiglia.
“Abbiamo passato una notte difficile, ma siamo qui”, sospira padre Hernandez. “Questa guerra assurda continua ad andare avanti – prosegue -. Dopo aver distrutto il quartiere di Shujayeh, ora prendono di mira quello di Zeitun. Tutto capita attorno a noi. I miliziani di Hamas continuano a lanciare missili e poi si nascondono nei vicoli. E noi non possiamo fare assolutamente niente. Non possiamo evacuare, con i bambini è impossibile. Le loro famiglie vivono qui intorno. E può essere più pericoloso uscire che rimanere qui. Cerchiamo di stare nei luoghi più sicuri, sempre al piano terra”.