Lo scorso 6 marzo, durante un’udienza ai parroci di Roma, papa Francesco aveva rivelato che, parecchi anni fa, aveva raccolto dalla bara dove era stata posta la salma di un sacerdote argentino suo amico, la croce che il defunto teneva tra le mani. Da allora, Bergoglio la tiene sempre con sé. Assieme a questa croce, ora sappiamo che il Santo Padre porta sempre indosso la medaglia del Sacro Cuore donatagli dalla domestica che lavorava presso la sua famiglia, quando era bambino.
In una intervista pubblicata ieri per la rivista argentina Viva, Francesco ricorda la storia di questa donna e spiega perché ha sempre avuto simpatia per le domestiche. “Era una signora che aiutava mia madre a fare il bucato a mano, quando non ancora non c’erano le lavatrici. Noi eravamo cinque, mamma era sola e questa signora veniva tre volte a settimana per aiutarla. Era una donna siciliana, vedova con due figli, emigrata in Argentina, dopo che suo marito era caduto in guerra. Arrivò nullatenente ma lavorava e si prendeva cura della sua casa”.
Quando il futuro papa aveva 10 anni, non la vide più perché i suoi genitori decisero di traslocare. Molto tempo dopo, quando Bergoglio era già sacerdote, la incontrò nuovamente. “Chiesi sempre la grazia di poterla rivedere, perché, mentre lei lavava i panni, ci insegnava molto, ci parlava della guerra, di come si coltivava in Sicilia”, ha ricordato il Papa.
Al momento in cui si rividero, la donna aveva più di ottant’anni e Bergoglio rimase in contatto con lei altri 10 anni, fino alla sua morte. Pochi giorni prima di morire, “si tolse questa medaglia e mi disse: voglio che tu la porti. E tutte le sere, quando me la tolgo e la bacio, e tutte le mattine quando la indosso, l’immagine di questa donna mi appare. Era una donna anonima, nessuno la conosceva, comunque si chiamava Concepción María Minuto. Morì felice, sorridendo, con la stessa dignità con cui lavorava”, racconta il Santo Padre nell’intervista.
Narrando questa storia, Francesco spiega perché prova “molto affetto per le donne di fatica, alle domestiche, che dovrebbero avere tutti i diritti sociali. È un lavoro come un altro, non dovrebbe essere oggetto di sfruttamento, né di maltrattamento”. Ricordando le parole dette un mese fa all’Angelus sulle donne che lavorano in casa, ha detto: “non erano scritte nel testo originale, mi sono venute dal cuore”.
Quella domenica, dalla finestra del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre menzionò le “domestiche e le colf, che vengono da tante parti del mondo e prestano un servizio prezioso per le famiglie”, nonostante “molte volte non diamo il giusto valore al grande e bel lavoro che realizzano”.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Luca Marcolivio]