Il bene e il male non sono due stabili e universali fattori tra di loro contrari. Non nascono con l’uomo e con lui rimangono inalterati come fossero delle dispense private, dove attingere energia positiva o negativa, in base ai vissuti personali. Tali concetti assoluti si estendono o si restringono nella misura in cui si esercita il libero arbitrio di ognuno nei loro confronti. Chiunque di noi porta infatti sulle sue spalle il peso del male o il valore del bene, in relazione alle proprie scelte quotidiane spirituali e materiali. Nessuno sfugge a questo corso naturale della vita umana, anche se si moltiplicano i sistemi dottrinali che puntano su chiari principi relativistici. Modelli attuali capaci, almeno sulla carta, di indirizzare il significato delle azioni sociali e individuali, verso risultati sempre più mitigati e resi conciliabili con l’etica e la morale. Tutto questo anche in casi in cui non c’è veramente nulla di retto o virtuoso da evidenziare o da condividere. Vige spesso una falsa misericordia che non conosce delle regole da osservare o un cammino da intraprendere, ma solo un perdono finale, qualunque sia il deterioramento di una esistenza umana, rispetto a se stessa e al bene comune. Si capisce che si va verso il baratro, tra colori e conquiste straordinarie. L’uomo rinuncia, così, a vivere pienamente nella storia la sua vera identità, quale essere fatto ad immagine e somiglianza di Dio.
L’uomo si ferma, cade nell’apatia più bieca! Si accontenta del suo potere materiale, intriso di ingiustizie, corruzioni, atti immorali, tradimenti, falsificazioni, rinnegamenti, divinità ingannatrici, indifferenze verso il cielo che apre al vangelo. Al contrario Satana è sempre attivo, in movimento perenne e prende in mano, con facilità, lo scettro della vita dell’uomo, per consegnarlo di solito al peccato. È il male che si attesta la titolarità proprio di quelle distorsioni umane che esaltano la sola dimensione terrena di ogni cosa. Tutto questo porta ad una conseguenza pericolosa, perché spinge l’uomo contemporaneo a smarrire il vero significato della colpa, della trasgressione e dello stesso peccato. In questo, purtroppo, evidente panorama non c’è più di fatto una vera coscienza del bene e del male. Se ci guardiamo intorno ci accorgiamo che la società ha rallentato la sua corsa e le istituzioni fanno fatica a tenere il passo con la promessa di uno sviluppo economico e sociale che ha le radici in un terreno ormai inquinato. Come uscirne? Sicuramente sarà impossibile farlo, se si pensa di far finta di nulla e si va avanti solo con belle dichiarazioni sulle nuove regole che dovrebbero ostacolare di fatto la corruzione. Un rito già visto, come gli scandali all’ordine del giorno che, a parole, non avrebbero dovuto più essere materia di attualità. Se tutto nella coscienza umana è rimasto invariato, come può il sistema sociale aprirsi verso orizzonti migliori? In questo diluvio universale di falsità e di negazione della divina verità, quale istituzione umana, civile, religiosa, politica, amministrativa finanziaria, economica potrà mai essere avvolta dalla verità? Se l’uomo non diviene lui verità di Dio con tutti i dettagli della divina verità, potrà mai costruire una società vera, giusta, umana?
Interrogativi seri su cui bisogna pensare e costruire la vera alternativa a questo tempo interiormente malato e solo in apparenza verniciato a festa. Scrive, tra l’altro, il mio maestro spirituale: “Darwin non ha forse dipinto di ateismo tutto il processo evolutivo della creazione? Marcuse non ha forse distrutto tutto il processo morale dell’uomo? Almeno noi cristiani dovremmo riflettere, pensare. Ma anche noi cristiani siamo stati invasi e pervasi dai dettagli della falsità. È triste vedere una società nella quale Dio non regna più, perché più non regna la sua verità, la sua Paola, la sua rivelazione, la sua Legge”. L’apatia dell’uomo fa piacere a Satana. Il campo della nostra vita è rimasto senza recinto e il male può seminare la zizzania in ogni istante, servendosi di una qualunque persona che ci sta accanto o che incontriamo per la prima volta. La nostra resistenza è minima e quindi priva di capacità protettive. Dobbiamo perciò attrezzarci e, come ho scritto in altra occasione, dobbiamo indossare, imitando San Paolo, l’armatura di Dio, unico strumento di vera protezione dall’attivismo del demonio. In virtù di questa necessaria difesa quotidiana mai vanno tralasciati dai veri cristiani l’eucaristia e i sacramenti; la preghiera e la lettura quotidiana del Vangelo; l’esame di coscienza e la verifica spirituale per un sano e santo discernimento.
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