Lettura
Il testo del Vangelo di Matteo ci può sorprendere se letto superficialmente; in realtà, alla luce del messaggio dei profeti, inviati a predicare la parola di Dio e spesso non ascoltati, si comprende che il linguaggio di Gesù è volto a favorire l’atto di fede, l’apertura del cuore. C’è bisogno dell’impegno nell’umiltà e nel pentimento dei peccati per aprire gli occhi della fede.
Meditazione
Questa spiegazione di Gesù sull’uso di un linguaggio simbolico ci permette di mettere a fuoco un punto importante: il dolore del cuore di Dio che vede molti dei suoi figli lontani da Lui: «Due sono le colpe che ha commesso il mio popolo: ha abbandonato me, sorgente di acqua viva, e si è scavato cisterne, cisterne piene di crepe, che non trattengono l’acqua». E Gesù lo fa notare. Non teme di richiamare con forza i suoi, come un padre o una madre farebbero coi propri figli. Queste parole hanno una grande attualità. Oggi sono molto numerosi coloro che camminano per il mondo senza una rotta determinata, quasi alla deriva. Altri rifiutano di affrontare l’impegno del confronto con la verità. Altri ancora si gettano su vie che sembrano offrire dei mezzi facili di felicità, a costo di distruggere se stessi o a danno dei propri cari. È un mondo pieno di cadaveri ambulanti, corpi senz’anima, senza un respiro di vita eterna, un numeroso gregge di pecore senza pastore. Il dono della fede, infatti, è luce che permette di camminare in mezzo a qualsiasi difficoltà, è un dono di Dio da offrire al mondo. In un’intervista di parecchi anni fa a Jean Guitton, intellettuale cattolico, grande amico del Papa Paolo VI, questi raccontò che un giorno ricevette la visita dell’allora presidente francese François Mitterand. Era accompagnato da alcune guardie del corpo. Non appena lo salutò gli disse: «Sono qui perché lei mi dica cosa c’è dopo la morte”. Erano amici intimi. Lui lo fece accomodare e di nuovo lo incalzò con l’argomento e aggiunse: “perché la vita è un insieme di assurdità». Mitterand era affetto da una malattia grave che poi lo costrinse a lasciare la presidenza e lo condusse pochi anni dopo alla morte; da giovane si era allontanato dalla fede. Guitton allora gli disse: «Signor presidente, lei mi ha parlato con schiettezza, anch’io sarò molto franco; lei si sbaglia completamente; la vita non è un insieme di assurdità, ma un insieme di misteri, sostenuto dal grande mistero che è l’amore di Dio». E rimasero a parlare a lungo su questo; un colloquio destinato a trasformare la sua vita. Sì, Dio cerca ognuno di noi, perché vuole che tutti giungano alla conoscenza piena della verità.
Preghiera
O Signore concedimi il dono di una fede viva, operante e luminosa.
Agire
Oggi cercherò di realizzare atti di fede nelle situazioni quotidiane grandi e piccole.
Meditazione del giorno a cura dipadre Paolo Cerquitella, L.C., tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it