La politica accoglie "con gioia" l'arrivo in Italia di Meriam

Gli onorevoli Roccella, Binetti e Dellai auspicano ora una maggiore sensibilità verso i cristiani perseguitati. Il commento dell’ambasciatrice sudanese

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La notizia dell’arrivo in Italia di Meriam, la giovane madre cristiana sudanese condannata a morte per apostasia e poi liberata, corre tra gli scranni della Camera dei Deputati e raccoglie messaggi di contentezza da parte di alcuni parlamentari.

Per l’on. Eugenia Roccella, deputata del Nuovo Centrodestra, la libertà di Meriam Ibrahim rappresenta “una grande gioia”. L’arrivo della ventisettenne sudanese in Italia testimonia che “finalmente è finito un incubo per lei e per la sua famiglia”. La vicenda di Meriam suggerisce però alla Roccella una riflessione su ciò che sta accadendo in Iraq, in particolare a Mosul, “come in altre parti del mondo”, laddove “sono in atto tremende persecuzioni contro i cristiani, che devono essere riconosciute dalla comunità internazionale come vere e proprie emergenze umanitarie”.

Secondo la deputata di Ncd, “la felice conclusione del caso di Meriam è la dimostrazione del ruolo risolutivo che può giocare la mobilitazione dell’opinione pubblica in questi casi”. La persecuzione dei cristiani – conclude – “è una questione che coinvolge tutti i Paesi democratici, e il mio appello è che venga riconosciuta come una priorità a livello internazionale”.

All’appello si associa l’on. Paola Binetti, dell’Udc, la quale si augura che la liberazione di Meriam “sia l’alba di un nuovo giorno in cui l’attenzione e la sensibilità non solo del governo italiano, ma di tutta la Comunità internazionale, sia rivolta concretamente alla tutela di tutti i cristiani perseguitati nel mondo per la loro fede”. Paola Binetti è stata la prima firmataria della mozione sulla tutela della libertà religiosa approvata all’unanimità dalla Camera.

Lorenzo Dellai, presidente del gruppo parlamentare Per l’Italia alla Camera, rivolge invece un “plauso al vice ministro degli Esteri, Lapo Pistelli, e al governo italiano per aver condotto magistralmente l’operazione, oltre a tutte le associazioni che hanno saputo e voluto mantenere alta l’attenzione sulla vicenda per tutto questo tempo”. Anche Dellai, tuttavia, sottolinea che la gioia per la giornata di oggi “non può far passare in secondo piano l’angoscia e la preoccupazione per la situazione drammatica e persecutoria patita da migliaia di altri cristiani sparsi nel mondo”.

Intanto l’ambasciatrice sudanese in Italia, Amira Daoud Hassan Gornass, ha commentato all’Adnkronos che è merito dei “grandi rapporti di amicizia tra l`Italia e il Sudan” che hanno “consentito la collaborazione con rispetto reciproco” se si è arrivati alla svolta nel caso.

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ZENIT Staff

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