La Serbia potrebbe essere meta di un futuro viaggio del Papa. Lo si evince dal messaggio ecumenico che il patriarca serbo Irenej ha lanciato dalla Croazia, dove è giunto per consacrare la nuova chieda dedicata a San Nicola e per posare la prima pietra della nuova sede metropolitana di Karlovac.
Il tema di una possibile visita del Vescovo di Roma in Serbia è stato affrontato in una recente visita a Belgrado di una delegazione vaticana. “Non so se il presidente serbo Tomislav Nikolic abbia, da parte sua, ufficializzato l’invito – ha affermato il patriarca al quotidiano Il Piccolo – ma io sono favorevole e voglio che il Papa venga in Serbia”. E ha inoltre precisato: “C’è solo una Chiesa, un Cristo e un Vangelo e noi dobbiamo essere un solo popolo”.
Le parole del patriarca Irenej detergono da quelle ruggini che si erano potute creare dopo la visita di Benedetto XVI in Croazia e la sua preghiera sulla tomba del cardinale Alojze Stepinac. “Il Papa avrebbe potuto ricevere l’invito se avesse visitato l’ex campo di concentramento di Jasenovac, onorando i circa 700 mila serbi e i quasi 100 mila ebrei e rom uccisi”, spiegò allora un anonimo vescovo ortodosso all’agenzia serba Tanjug. Così – aggiunse la fonte – “l’invito al Papa dovrà attendere ancora”.
Attesa che potrebbe dunque aver fine, anche se il pur significativo parere del patriarca Irenej non è sufficiente. “Il patriarca serbo Irinej è una persona aperta e molto orientata verso l’ecumenismo, ma non può prendere decisioni senza l’approvazione del Sacro sinodo e dell’Assemblea dei vescovi”, spiegò al tempo Nikola Kneevic, presidente del Centro per gli studi religiosi interdisciplinari di Novi Sad.