La debolezza dell’uomo di oggi è tutta concentrata nella falsa illusione della libertà nel non scegliere! Si è sicuri che ogni cosa fatta non debba, per forza, essere il frutto di una scelta ponderata, magari alla luce della sacralità di testi ispirati. È costume, in più occasioni e senza alcun pensiero, dare seguito, invece, ad un qualsiasi impulso fisico o interiore, di cui tante volte se ne esce con le ossa rotte. Io penso che il valore dell’indipendenza del corpo e dello spirito stia proprio nella capacità di individuare, pur nelle regole e nei principi universali, la via che il messaggio cristiano ha consegnato, oltre duemila anni addietro, al mondo intero. Non è certo facile applicare il vangelo nella nostra quotidianità, ma è lo strumento sicuro per non affondare. Bisogna quindi scegliere nella vita e non certo evitare di farlo, perché si rischia di partecipare alla costruzione di una società debole nelle proprie radici, anche se sfavillante nel suo apparire all’esterno. Ci sono delle domande alle quali chi si dice cristiano dovrebbe cercare di rispondere, senza tentennare: Se la Parola del Signore è spada così tagliente da essere capace di separare il mondo in due, da quale parte si è scelto di stare? Se la stessa netta separazione non è altro che quella corrente tra la luce e le tenebre, perché si fa fatica a sintonizzare i cuori sul chiarore della testimonianza evangelica, mai scalfita da alcuno? Perché si ha paura di mettere Cristo al primo posto nella propria vita? Perché il cristiano ha deciso di dimettersi dal suo ruolo da battezzato e cresimato nel Signore, in ogni luogo dove si prendono delle decisioni?
In Matteo leggiamo: “Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada…”. Chi è per la verità, la luce, la giustizia eterna, come il Figlio dell’Uomo non può che essere di rottura in una comunità dove tutto si fonda sulla ipocrisia, il compromesso al ribasso, la svendita dei valori universali, che sanno rendere grande l’uomo nella sua essenza divina. Un mondo dove il cristiano si è dimesso dall’essere tale nella politica, nella economia, nella scienza, nella istruzione, nella famiglia, in ogni espressione sociale. Dimissioni accettate subito da tutti, perché così si livella la collettività nelle sue cose peggiori, maturate su parametri temporali e materiali fine a se stesse. Qui l’uomo comunque si fa vanto di seguire una strada spirituale, anche se solo privata; strettamente interiore; relativizzata; ad intermittenza; senza regole, fonti guidate, testimonianze e opere vissute. Nei nostri giorni è semLo Spirito ci accompagna di continuo verso la verità, anzi ci conduce direttamente di verità in verità.
pre più evidente la separazione tra chi rimane essere carnale e chi si trasforma in essere spirituale. Questi due esseri non possono convivere se non in un perenne contrasto. L’essere carnale di fatto si oppone all’essere spirituale, perché chiuso nel suo stretto, ma paradossalmente comodo, recinto sociale. L’essere spirituale è chiamato a seguire lo Spirito del Signore e non fare della carne il suo punto di partenza e di arrivo.
Nasce così la divisione in ogni ambito della vita umana. Non vi sono settori o luoghi nei quali è possibile ritrovarsi in comunione di intenti e di verità. Tutti sappiamo, senza curarcene più di tanto, che la carne ci guida sempre verso la falsità e che lo Spirito ci accompagna di continuo verso la verità, anzi ci conduce direttamente di verità in verità. Se fossimo onesti con noi stessi, ci accorgeremmo come, bleffando, la società odierna sia attenta nel dimostrare la presenza di vera unità di Spirito e carne tra la gente. Una perfetta rappresentazione sociale che spesso riesce a convincere anche gli scettici più incalliti. Il pensiero Unico, a cui oggi si tende, presentato da Papa Francesco come il pericolo più grande che incombe sulla testa del mondo, utilizza appropriati effetti speciali per condividere questa falsa unità tra la dimensione spirituale e materiale dell’essere umano. Scrive a proposito Mons. Costantino Di Bruno: “Oggi la carne suggerisce allo Spirito una via di “comunione” e di “unità” , non però nella verità, ma nelle tenebre, nel peccato, nella rinuncia alla luce. La carne suggerisce allo Spirito di farsi cosa privata, di ritornare nelle catacombe, al massimo gli concede di poter nascondersi nell’intimo dell’uomo, senza però mai venire allo scoperto. Dove si vive la vita umana, là si deve procedere secondo la carne, il peccato, le tenebre, la morte spirituale e morale. Dove non si vive alcuna vita vera, lì si può coabitare con lo Spirito del Signore. La carne suggerisce all’uomo una doppia vita: con essa nel pubblico, senza di essa nel privato”. Il cristiano ritiri perciò le dimissioni, metta al primo posto Gesù! Con Lui le separazioni saranno di certo sempre nette, anche tra gli affetti più cari, ma l’unità tra terra e cielo sarà assicurata, priva di falsi compromessi umani e nell’equilibrio vitale necessario.
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