"Messico e Usa tutelino i diritti dei bambini migranti"

L’appello dell’arcivescovo di San Salvador contro i trafficanti di esseri umani: “Non è giusto approfittarsi di nessuno, tanto meno di un bambino innocente”

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“Il Messico e gli Stati Uniti garantiscano i diritti dei bambini, perché non è giusto approfittarsi di nessuno, tanto meno di un bambino, che è innocente”. Così mons. José Luis Escobar Alas, arcivescovo di San Salvador, durante la consueta conferenza stampa della domenica, dopo la Messa celebrata nella Cattedrale.

Il presule – riporta Fides – ha centrato la sua riflessione sul dramma dei minori migranti, che – ha detto – “non è nuovo, ma ora è venuto alla luce per il forte aumento dei bambini che arrivano in America soli e illegalmente”. In particolare, Alas si è scagliato contro i cosiddetti “coyotes”, i trafficanti di esseri umani, che – ha detto – “spesso tradiscono le persone da loro trasportate”.

“Tutti – ha aggiunto – abbiamo responsabilità nella vicenda, da quando lasciano le loro case e i loro paesi, fino al luogo dove arrivano; ma una grave responsabilità è di coloro che li portano, i ‘trafficanti dei senza documenti’, che non solo li derubano dei loro soldi, ma li tradiscono, li vendono, li abbandonano”.

Addirittura, ha osservato l’arcivescovo, “se non ci fosse chi prende i bambini con l’inganno, con le bugie, portando via non solo il loro denaro ma anche i loro diritti come persone e mettendo in pericolo la loro vita, quasi non si farebbe caso al dramma dell’immigrazione in generale”.

“I più colpevoli, i più responsabili di questo problema sono coloro che commettono questo grave illecito di lucrare su questi ragazzi”, ha soggiunto mons. Alas, denunciando il fatto che “questo fenomeno muove tanti soldi, per questo le autorità sono sfidate a risolvere il problema e a sconfiggere il fenomeno”.

Secondo dati raccolti da Fides, i funzionari degli Stati Uniti hanno già avvertito che continueranno a rimpatriare questi bambini immigrati, come stabilito dalla legge, mentre i governi di El Salvador, Honduras e Guatemala insistono nella loro richiesta di vedere caso per caso, perché ci alcuni bambini arrivano per riunirsi con i loro genitori che vivono negli Usa. Proprio il ricongiungimento familiare, insieme al clima di violenza nei paesi del Centro America sono, secondo gli esperti, le due cause principali della crescente emigrazione infantile.

Tra l’ottobre 2013 e il giugno di quest’anno, i funzionari statunitensi hanno arrestato più di 52.000 minori irregolari non accompagnati, per lo più provenienti da Honduras, El Salvador e Guatemala.

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ZENIT Staff

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