“Stepping up in Faith”, maturare nella fede: è questo il tema della 20° Conferenza internazionale, al via venerdì prossimo a Melbourne, in Australia, che riunisce gli esperti cattolici di tutto il mondo nei settori della prevenzione, diagnosi e cura dei malati di HIV e AIDS.
La Conferenza, in programma dal 20 al 25 luglio, sarà preceduta da due incontri preparatori che si terranno sempre a Melbourne: uno a livello interreligioso e uno in ambito cattolico. I due eventi sono promossi dalle organizzazioni religiose impegnate nell’assistenza dei malati e nel contrasto alla diffusione dell’Hiv.
E’ la prima volta che un importante raduno dedicato al tema dell’Aids si svolge nella regione del Pacifico, radunando circa 25.000 partecipanti per esplorare i dati più recenti, le prospettive politiche, finanziarie, sociali e scientifiche.
Tra gli esperti cattolici che prenderanno parte ai lavori delle pre-conferenze di venerdì e sabato prossimi ci sarà anche don Robert Vitillo, rappresentante speciale della Caritas Internationalis per la questione dell’Aids. Proprio la Caritas Internationalis – spiega il sacerdote alla Radio Vaticana -, collabora con altre organizzazioni cattoliche impegnate in risposta all’Hiv-Aids, organizza ogni due anni questa pre-conferenza.
“Il punto – dice – è avere un luogo dove le persone che stanno lavorando in programmi cattolici possano scambiare le loro esperienze, imparare l’uno dall’altro e specialmente le cose che veramente fanno parte della nostra identità come organizzazioni cattoliche”. Il fatto, aggiunge don Robert, è “che noi rispondiamo a tutta la persona che vive con Hiv-Aids: non prendiamo queste misure a breve termine, che forse avranno anche qualche effetto, ma che non rispondono ai bisogni di tutta la persona”.
I programmi patrocinati dalla Caritas mirano pertanto a favorire “il trattamento di appoggio economico ed anche l’organizzazione – insieme alle persone che vivono la malattia – di programmi di auto-aiuto per superare i problemi che devono affrontare a causa della loro malattia”. Tra questi: “programmi di educazione, specialmente per i giovani, per aiutarli a sviluppare rapporti interpersonali ma anche ad avere saggezza e maturare la consapevolezza per avere rapporti e aspettare fino al matrimonio per iniziare un’attività sessuale”.