Francia, appello a Hollande: "No alla maternità surrogata"

Una schiera di intellettuali di sinistra chiede al Governo francese di fare ricorso contro una sentenza della Corte europea che legalizza, di fatto, l’utero in affitto

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Quando si parla di maternità surrogata, si parla di donne schiave. Se ne sono accorti anche alcuni esponenti dell’intellighenzia di sinistra francese, tanto da intervenire per evitare che l’utero in affitto venga legalizzato e per sferzare François Hollande, presidente della Repubblica francese, sul fatto che “gli esseri umani non sono delle cose”.

Ampia è la rosa degli esponenti che hanno sottoscritto l’appello, su tutti spiccano i nomi di Lionel Jospin (ex primo ministro socialista) e Marie-George Buffet (segretario nazionale del Partito comunista francese dal 2001 al 2010). Il loro obiettivo è di scuotere la coscienza del presidente Hollande, ricordandogli che nel febbraio 2013 ha assunto un impegno formale contro l’ingresso in Francia dei contratti di maternità surrogata, affermando così la sua “forte opposizione” a tale pratica.

Impegno che dovrebbe – almeno questo è l’auspicio dei sottoscrittori dell’appello – far sì che la Francia non “si pieghi” a una recente sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo. Si tratta di quella che il 26 giugno scorso ha condannato il Paese transalpino perché la sua giustizia si è rifiutata di trascrivere nei registri dello stato civile gli atti di nascita di bambini nati all’estero attraverso l’affitto di uteri. La Corte si è espressa rispondendo al ricorso che le era stato presentato da due coppie di omosessuali.

Finora, nonostante in Francia la maternità surrogata sia proibita dalla legge, l’Eliseo non ha ancora dato segni che indichino la volontà di ricorrere in appello. Preoccupati dall’ipotesi che la sentenza venga accettato senza colpo ferire, i firmatari sottolineano che “se le filiazioni dei bambini, oggetto dei contratti di maternità surrogata fatti all’estero, vengono iscritte nei registri francesi, allora il mercato dei bambini diventa di fatto realtà. Il contratto di maternità surrogata fatta all’estero sarà effettivo come se fosse lecito”.

Ipotesi che calpesterebbe i principi di rispetto della dignità umana su cui si fonda la Repubblica francese. Già, poiché – secondo i firmatari – “il contratto di maternità surrogata è contrario al principio del rispetto della persona”. Sia della donna, “che porta in grembo il bambino ordinato”, sia del bambino, “ordinato da una o due persone, che si sviluppa dentro il ventre della ‘surrogata’”.

La legalizzazione della maternità surrogata, oltre che eticamente discutibile, è foriera di ingiustizia sociale. I firmatari dell’appello chiedono al presidente Hollande come spiegherà ai francesi, nel caso non venisse fatto appello contro la sentenza della Corte europea, “che se hanno i soldi potranno andare a comprare un figlio all’estero e farlo iscrivere come loro figlio o figlia nei registri francesi, mentre se non ce li hanno e sono meno fortunati dovranno subire il divieto che resta nel diritto francese applicabile ai contratti di maternità surrogata realizzati in Francia”.

Che lo Stato debba intervenire contro questa sentenza è opinione anche di Aude Mirkovic, docente di diritto privato all’Università di Evry e portavoce dell’associazione “Juristes pour l’enfance”, che si erge a difesa dei bambini. “Da un male si può trarre un bene”, ha commentato la Mirkovic a margine della sentenza.

“Questa decisione – ha spiegato in un’intervista all’agenzia Sir – rende ancora più evidente che gli Stati devono intraprendere misure efficaci per combattere a priori l’accesso alla maternità surrogata, ed evitare che i francesi facciano ricorso a questa pratica all’estero”. Per la docente è dunque opportuno prevenire, affinché le donne non siano “usate come macchine di riproduzione”, adottando “sanzioni penali che impediscano il ricorso a questa pratica, anche quando eseguita all’estero”.

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Federico Cenci

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