Studenti ebrei e musulmani digiunano per la pace

Dagli Stati Uniti, il coraggioso appello di un gruppo di giovani: “Il 15 luglio per le nostre religioni quest’anno è giorno di digiuno. Diamo un senso a questo gesto invocando insieme la pace”

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Dopo l’iniziativa del Vaticano #PauseforPeace, in cui si invitava a sostare qualche secondo in silenzio durante i Mondiali per chiedere la pace in Terra Santa, e dopo il forte appello di Papa Francesco durante l’Angelus di ieri, arriva dagli Stati Uniti una nuova iniziativa per invocare una tregua ai drammi che stanno sconvolgendo le popolazioni di Gaza e Israele.

Si chiama #fastforpeace ed è un’idea di un gruppo di studenti ebrei e musulmani per la giornata di domani, martedì 15 luglio, che vedrà coincidere il digiuno musulmano del mese di Ramadan con il digiuno ebraico del giorno 17 del mese di Tammuz. Allora, si sono domandati i ragazzi, perché non trasformare questa concomitanza in un’occasione per fare qualcosa di concreto per costruire noi per primi quella pace che chiediamo a palestinesi e israeliani?

Siamo un gruppo di amici ebrei e musulmani che si ritroveranno insieme a digiunare e pregare martedì 15 luglio”, scrivono i giovani nel loro coraggioso appello. “Siamo cresciuti insieme nello stesso college, dove ci siamo trovati in posizioni tremendamente simili, segnate dall’adozione di un codice d’abbigliamento distintivo, da restrizioni alimentari, e dai nostri occhi gonfi dopo la preghiera quotidiana del mattino. Siamo diventati amici in tempi tranquilli e ci siamo dispersi dopo il nostro diploma due mesi fa. Ma nelle ultime settimane, quando i nostri correligionari in Israele e in Palestina hanno cominciato a combattersi a vicenda, ci siamo ritrovati tutti nel tempo della paura e della disperazione”.

“Mentre i nostri fratelli e le nostre sorelle in Medio Oriente soffrono e infliggono sofferenze, noi vogliamo ritrovarci insieme nella solidarietà e nella pace”, proseguono gli studenti ebrei e musulmani degli Stati Uniti. “Non abbiamo la presunzione di parlare a nome dei palestinesi o degli israeliani, la cui sofferenza non possiamo nemmeno immaginare”, affermano, tuttavia – precisano – “questa non può diventare una scusa per non fare nulla. La nostra ferma convinzione è che dobbiamo modellare la pace dentro e tra le nostre comunità, mentre chiediamo agli israeliani e ai palestinesi di fare la pace”.

Obiettivo del digiuno condiviso di domani è, dunque, far sì che “la consapevolezza di entrambi i popoli trasformi questa giornata in un punto di svolta”. “Ogni persona, famiglia e comunità – scrivono i ragazzi – è invitata a prendervi parte, a digiunare in solidarietà con ‘i nostri’ ma anche con ‘gli altri’ che sperimentano la sofferenza, la violenza e il dolore. Chiederci tutti come uscire da questo ciclo di lacrime e dipingere un orizzonte di futuro e di speranza”.

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ZENIT Staff

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