Sono venuto a portare la spada

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Nel Vangelo alcune frasi precise e chiare di Gesù evidenziano che la scelta della sua sequela rappresenta un impegno radicale, che non è assolutamente compatibile con una posizione di mediocrità: anche il profeta Isaia avverte con parole forti il popolo infedele: «Le vostre mani grondano sangue. Lavatevi, purificatevi!». Questa scelta è sempre un invito; un invito rivolto all’uomo ad uscire dal terreno del proprio egoismo o delle proprie priorità o velleità, per entrare nell’avventura della sequela del Maestro. Dinanzi a Dio tutto deve capitolare; anzi tutto prenderà veramente senso in questa luce nuova. Solo chi ama davvero Dio al di sopra di tutto e di tutti potrà amare con tutto il cuore il padre e la madre o il figlio ed anche se stesso rettamente. 

Meditazione

«Non sono venuto a portare la pace, ma la spada». Sembra strano ascoltare queste espressioni dalla bocca di Gesù, da Colui che aveva detto in altre occasioni: «Imparate da me che sono mite ed umile di cuore» e che spesso ripeteva: «Non temete… pace a voi». Di quale pace allora si parla? E di quale spada? La pace che Gesù non è venuto a portare è quella della tranquillità comoda, del non impegno, del lasciar fare, del “perché mettersi nei guai?”. Questa è la pace che ripudia Gesù. E la spada è quella dello spirito. In effetti, lo spirito dell’uomo, cioè il suo cuore orientato a Dio, dev’essere sempre vigile e attento, per non lasciarsi sorprendere dal nemico in nessun momento, per combattere la buona battaglia della fede, come diceva san Paolo a Timoteo. Anzi, san Paolo, giunto alla fine della sua vita, sapendo che sta per andare incontro alla morte per la sua fede cristiana, dirà: «Io… sto già per essere versato in offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno…» (2 Tm 4,6-8). Allora veramente si tratta di una battaglia. Tutti lo sperimentiamo e specialmente se ci proponiamo di far qualcosa per il bene degli altri, di intraprendere delle azioni per far avanzare il Regno di Cristo nel mondo. Allora sembra che le forze del nemico si sollevano insieme; ma è proprio allora che vale la pena perdere la vita a causa di Lui, perché la ritroveremo. Il mondo di oggi ha bisogno di maestri, ma soprattutto ha bisogno di testimoni autentici. 

Preghiera

«Gesù, amor mio, io risolutamente voglio amarti quanto posso… Non posso niente, ma tu puoi tutto, e so che mi vuoi santo. Vieni e unisci me a te e te a me… Dio del mio cuore, disponi di me come ti piace… O Regina del cielo, o Madre di Dio, o grande avvocata dei peccatori, in te confido!» (sant’Alfonso de Liguori). 

Agire

Oggi cercherò di combattere la buona battaglia della fede e dell’amore. 

Meditazione del giorno a cura dipadre Paolo Cerquitella, L.C., tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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