Gaza-Israele, continua la pioggia di razzi e bombe

Quattro morti stanotte nei raid dell’aviazione israeliana sulla Striscia. Da Hamas dicono: “Porteremo l’inferno”; Stati Uniti e Onu invocano un “cessate il fuoco”

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Piovono ancora bombe sulla Striscia di Gaza e Hamas non smette di lanciare razzi sui territori dell’esercito d’Israele. Questa notte i raid aerei israeliani hanno provocato la morte di altre quattro persone, come riferiscono alcuni medici operanti sul posto, tra cui un loro collega. Le altre tre vittime sono state registrate a Rafah ma non sono ancora state identificate.

Inoltre, nel raid notturno, i caccia israeliani hanno distrutto anche la sede dell’Arca di Gaza, una iniziativa umanitaria internazionale legata alla Freedom Flotilla. Le bombe hanno colpito il porto verso la due di notte, e decine di barche di pescatori sono andate in fiamme.

I razzi lanciati da Gaza invece (548 secondo l’esercito) non hanno finora causato vittime, soprattutto perché – sottolinea la testata The Guardian – sono stati intercettati dal sistema di difesa israeliano “Iron Dome”. Tuttavia, fonti locali riferiscono che, questa mattina, un razzo ha colpito una stazione di servizio nella città israeliana di Ashdod causando una forte esplosione e tre feriti.

Una tregua sembra per ora lontana, tenendo conto anche delle minacce di Mushier al-Masri, alto funzionario di Hamas, che ha promesso: “Porteremo l’inferno nelle città d’Israele”, e ha invitato agli abitanti di Beersheva, zona a 40 km da Gaza, ad “andarsene prima che sia troppo tardi”.

Intanto ieri pomeriggio si è svolta una riunione d’emergenza del Governo durata tre ore, al termine delle quali – come riferito dal premier Netanyahu – si è deciso di aprire i rifugi pubblici nel Sud, duplicare le batterie anti-missile “Iron Dome” attorno alle città aumentare la pressione militare su Hamas “fino a quando non tornerà la quiete”.  

L’intento di Netanyahu è di ripristinare con Hamas la tregua siglata alla fine del novembre 2012. Una tregua che – dice Mushier al-Masri – “sono stati loro a violarla in ogni modo. Ora quell’accordo non c’è più”.

Da parte loro, gli Stati Uniti si sono offerti di fare da mediatori per raggiungere una tregua tra Hamas e Israele, come ha confermato il presidente Barack Obama in una telefonata con il premier israeliano. Anche Obama ha proposto di tornare all’accordo del 2012, ha poi condannato il lancio di razzi da parte di Hamas e si è detto “preoccupato per il rischio di una nuova escalation”.

Insieme alla riunione governo d’Israele, ieri pomeriggio, si è tenuta anche una assisestraordinaria del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, durante la quale il segretario generale Onu Ban Ki-moon ha chiesto un cessate il fuoco immediato tra Israele e Hamas.

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ZENIT Staff

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