"Amo ogni cosa che si eleva verso Dio". A Parigi mostra su Jean-Baptiste Carpeaux

L’esposizione al Museo d’Orsay rivela l’inquietudine e l’angoscia dello scultore francese, artista romantico affascinato dall’arte religiosa italiana

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“Amo con ingenuità e adoro tutto ciò che si eleva verso Dio”, così scrisse l’artista Jean-Baptiste Carpeaux, il celebre scultore al quale il Museo d’Orsay di Parigi ha voluto dedicare un’intera mostra, dal titolo Carpeaux (1827-1875), Un sculteur pour l’Empire.

L’esposizione – visitabile fino al 28 settembre 2014 – cerca di riassumere e proporre al grande pubblico una figura poliedrica, affascinante nella sua inquietudine e nei suoi tormenti. Perfetta incarnazione dell’artista romantico, quella di Carpeaux fu una carriera fugace che durò soli 15 anni. La mostra parigina ora rivela lati nuovi dell’artista, presentando, tra l’altro, uno scultore affascinato dall’arte religiosa italiana.

Si può contemplare, ad esempio, l’opera “Notre-Dame du Saint Cordon” (1864), la Vergine materna che assume i tratti dell’imperatrice Eugenie, coniuge di Napoleone III e protettrice dell’artista. Il disegno preparatorio fu ispirato dalla leggenda del miracolo di Valenciennes, paese nativo di Carpeaux nel nord della Francia, e dalla conseguente liberazione dalla peste nel 1008.

E’ invece scossa e addolorata la madre della celebre “Mater Dolorosa”(1870): l’estrema sofferenza di un genitore che ha perduto suo figlio accumuna la Vergine ad una semplice modella. Nel suo sguardo sconvolto l’artista ritrova lo smarrimento e lo strazio di Maria ai piedi della Croce.

Figlio di un muratore, Carpeaux scrisse un giorno: “La scultura è un’arte sublime, ma quanti tormenti per raggiungere la completezza di un’opera, per non abbandonare tutto durante l’esecuzione”. Dopo i primi anni di formazione a Parigi, sotto la guida di Francois Rude e all’Ecole des Beaux Arts, nel 1854 vinse il “Premio di Roma” e vi si trasferì fino al 1861.

La futura Capitale d’Italia sarà una fonte continua di ispirazione per l’artista. Carpeaux studierà con attenzione i lavori di Michelangelo, ma rimase anche colpito dalla quotidianità del popolo romano. Tali esperienze condizioneranno l’intera sua carriera e lo condurranno a rompere con lo stile classico e ad abbracciare soggetti della vita comune.

Di questo periodo sono opere come “Ugolino e i suoi figli” e una visione plastica del “Pescatorello con la conchiglia”. Si ricordano poi altre celebri realizzazioni dello scultore, quali l’intervento nel decoro della facciata sud del Louvre, gli studi sul movimento e sulla danza o le note rappresentazioni dei componenti della famiglia imperiale. 

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Giorgia Innocenti

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