Il miracolo dal punto di vista della scienza

Intervista al prof. Carlo Jovine, componente della Consulta Medica che si pronunciò in merito al miracolo della beatificazione di Wojtyla

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Con la solenne cerimonia di canonizzazione in San Pietro del 27 aprile scorso, la santità di Giovanni Paolo II ha assunto un carattere di definitività e il suo culto è stato universalmente esteso a tutta la Chiesa.

L’evento può dirsi quindi, in qualche misura, “storicizzato” e si offrono le condizioni per una riflessione prospettica sul lungo pontificato del “Papa Santo”, sia in ordine alle straordinarie implicazioni sulla contemporaneità, sia in ordine alle critiche che ad esso vennero rivolte da alcuni settori ideologicamente avversi. A questo proposito ricordiamo, tra l’altro, che una rivista americana arrivò addirittura ad insinuare dei dubbi circa la veridicità del miracolo della guarigione di suor Normand, che fu all’origine della beatificazione di Wojtyla.

Per fare chiarezza sull’argomento, ZENIT ha intervistato un personaggio che, più di ogni altro, è in grado di esprimere un parere motivato: il prof. Carlo Jovine, Primario Neurologo dell’Ordine di Malta e Perito ufficiale della Congregazione delle Cause dei Santi.

Prof. Jovine, lei ha fatto parte della Consulta Medica di sette specialisti internazionali che, esprimendosi a favore della inspiegabilità scientifica della guarigione di suor Normand, pose le premesse per il riconoscimento del miracolo. Vuole raccontarci la sua esperienza?

L’incarico di far parte della Consulta Medica mi fu conferito nel febbraio 2010 dalla Congregazione delle Cause dei Santi. Tra i compiti della Congregazione c’è anche quello di esaminare i presunti casi miracolosi attribuiti ai Servi di Dio e ai Beati. A conclusione del processo canonico, la Congregazione sottopone il presunto miracolo all’esame di una “Consulta Medica” che deve esprimersi in merito alla “inspiegabilità scientifica” dell’evento. Per la beatificazione di Giovanni Paolo II venne proposta all’esame della Consulta la presunta guarigione miracolosa di suor Normand dal morbo di Parkinson. Questo spiega la mia presenza nella Consulta in qualità di neurologo.

Che cosa emergeva dagli Atti del processo canonico?

Il postulatore, Mons. Slawomir Oder, aveva raccolto, in lunghi anni di lavoro, una grande mole di documenti. Erano stati fatti moltissimi esami per attestare il decorso della malattia e quindi la completa guarigione di suor Normand dal morbo di Parkinson: decine di perizie mediche presentate da specialisti di livello mondiale. A titolo di esempio, potrei citare il parere di un illustre neurologo francese, il Prof. Jean Louis Gastaut, che aveva visitato la suora nell’ottobre 2002, riscontrando che risultava affetta da una sindrome parkinsoniana lateralizzata a sinistra. Ebbene, lo stesso luminare, nel visitare nuovamente la religiosa in data 7 aprile 2006, certificò che il suo stato neurologico appariva totalmente normale, anche in assenza di trattamento terapeutico.

Vi erano anche dei pareri divergenti fra i medici?

Sì, la guarigione era stata talmente sorprendente – direi di più: sconvolgente – che non poteva non suscitare reazioni contrastanti. Alcuni medici opposero uno strano teorema: il Parkinson è una malattia inguaribile; dunque se la suora è guarita, non poteva trattarsi di Parkinson. Qualcun altro avanzò persino l’ipotesi che si fosse trattata di una forma di somatizzazione dipendente da un disturbo di personalità o da una malattia psichica.

Potevano avere qualche fondamento queste ipotesi?

No, sono reazioni in qualche misura comprensibili di fronte all’eccezionalità dell’evento, ma la coerenza scientifica non consente di negare un quadro clinico consolidato negli anni e avvalorato da una pluralità di testimonianze e di analisi. È più corretto dire che si è in presenza di un evento non spiegabile da un punto di vista scientifico.

Comunque sia, tutte le ipotesi furono oggetto di attenta verifica. Suor Normand venne sottoposta, tra l’altro, ad una serie di esami di natura psichiatrica per escludere che eventuali disturbi psicopatologici o di personalità fossero all’origine della malattia. E questi esami non solo confermarono la totale sanità mentale della suora, ma misero in rilievo il suo carattere forte, che non si era mai arreso alla malattia.

A suo avviso, si trattava quindi di un Parkinson conclamato…

Prima di giungere a questa conclusione, considerai tutte le alternative possibili, tutte le eventuali patologie che potevano presentare sintomi analoghi, ma nessuna di queste ipotesi era rintracciabile nel quadro clinico della paziente. Mettendo inoltre in relazione, come su una griglia comparativa, i sintomi cardinali e secondari della malattia di Parkinson con quelli presenti in suor Normand (evidenziati in dettaglio dalle analisi cliniche e dalle osservazioni dei medici curanti), si aveva la conferma della totale sovrapposizione dei sintomi presenti nella suora con quelli tipici del morbo di Parkinson.

Può precisare la natura di tali sintomi?

Il tremore, la rigidità, il rallentamento motorio con difficoltà di deambulazione. Oltre a numerosi sintomi secondari, anch’essi tipici della malattia, come il dimagrimento, l’ipersudorazione, il crescente senso di affaticamento e la scrittura quasi illeggibile.

Questi sintomi furono confermati, oltre che da qualificate perizie specialistiche, anche da numerose testimonianze di carattere non medico: persone che, essendo state vicine a suor Normand, avevano potuto constatare il progressivo decorso della malattia. La suora doveva lottare per potersi tenere in piedi e camminare, al punto che, il 2 giugno 2005, chiese alla sua Superiora di esonerarla dall’attività lavorativa. Ma proprio allora accadde qualcosa d’imprevedibile. Due settimane prima le sue consorelle avevano iniziato una novena chiedendo l’intercessione di Giovanni Paolo II per la sua guarigione, e la mattina del 3 giugno suor Normand si svegliò completamente guarita.

Lei, in qualità di componente della Consulta Medica, quali motivazioni ha addotto per sostenere la inspiegabilità scientifica della guarigione?

Nelle considerazioni finali della mia relazione peritale, elaborata secondo scienza e coscienza, con umana e morale certezza, ho dettagliato, da un punto di vista scientifico, tutti gli elementi che hanno motivato le mie conclusioni di carattere medico.

Considerando che la malattia di Parkinson è una malattia neurodegenerativa ad evoluzione cronica, progressiva, che non regredisce spontaneamente, in base allo studio degli Atti, delle testimonianze, degli esami strumentali, delle visite cliniche, specialistiche e peritali, ho raggiunto la profonda convinzione che la guarigione di suor Marie Simon Pierre Normand dal morbo di Parkinson è un evento scientificamente inspiegabile, avvenuto in modo risolutivo, istantaneo, duraturo e totale. E questo, per la Chiesa, equivale a dire miracolo.

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Massimo Nardi

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