Chi penetra nel mistero della fede non può fermarsi all’apparenza! Il rischio oggi, come in passato, è reale e molto sviluppato. Nessuno di noi è immune a tale rovinosa tendenza, pur essendo cristiani praticanti e motivati all’ascolto del Verbo di Dio. Papa Francesco ci richiama ogni giorno alla testimonianza del vangelo con la nostra vita, ma, nonostante la freschezza e l’autorevolezza della sua missione quotidiana, ognuno cerca di interpretarlo a modo suo, cedendo, specie in politica, al mito del relativismo corrente. Il Papa non va solo applaudito o “promosso”, bisogna sostenerlo in ogni parrocchia; singola persona; famiglia; comunità; attività private, pubbliche o istituzionali; in ogni movimento ecclesiale, senza stilare graduatorie di merito, perché il Signore si manifesta non secondo i criteri degli uomini e ci parla tramite chi meno te lo aspetti. Quando la Chiesa perde il senso profetico della sua eterna missione il mondo ne soffre; l’uomo vacilla; la storia, pur tra mille conquiste, arretra inesorabilmente. Da battezzati abbiamo il compito di entrare nella profondità del vangelo, per poi trasmetterlo al nostro prossimo, formando un girotondo umano destinato ad ingrandirsi, giorno dopo giorno, per sanare una realtà spesso amara, sia essa civile, economica, amministrativa, ecclesiale, religiosa. Certo non esiste l’università della fede, l’incontro tra Padre Pio e Padre Agostino Gemelli, riproposto in questi giorni in TV, ci permette di capire tante cose.
A tal proposito, nell’ottobre 2013, ho vissuto una esperienza indimenticabile. Il teologo mons. Costantino Di Bruno, mio padre spirituale, proveniente dalla Sorbonne di Parigi, davanti all’assemblea dei fedeli e del nostro vescovo S.E. Vincenzo Bertolone, decise di rendere una testimonianza abbastanza forte. In quell’occasione riferì cosa si era compiuto in lui dopo l’incontro, avvenuto da oltre trenta anni, con una impaurita, umile, donna di Dio: “Vi parlerò non di fedeli laici, bensì di una laica fedele, che non ha mai studiato cosa significhi la parola “nuova evangelizzazione”. Conosce però lo Spirito Santo, perché da Lui perfettamente conosciuta, mossa, guidata; da Lui perennemente sorretta, spinta, rafforzata, consolata; da Lui quotidianamente spronata, mandata, fatta sua missionaria di riconciliazione, perdono, conversione, pace con il ricordo e l’annunzio della Parola di Gesù. Questa laica, fedele a Cristo, fedele allo Spirito Santo, fedele al Padre celeste, fedele alla Vergine Maria, Madre della Redenzione, fedele agli Angeli e ai Santi, fedele alla Chiesa, alla sua fede, carità, speranza, al suo Magistero, ai sui Sacerdoti, fedele ad ogni uomo, non mi ha parlato di un Dio scientifico, teologico, evangelico, scritturistico, biblico, ecclesiale, liturgico, morale, ascetico, o altro. Essa ha creato Dio in me. Nessuno si scandalizzi: l’ha veramente creato nella sua più pura verità, carità, giustizia, santità, compassione, misericordia, pietà. L’ha creato nella sua vera essenza. Non attraverso parole alte e difficili, concetti metafisici o citazioni di teologi antichi e moderni, non per mezzo di frasi imprestate da questo o da quell’altro personaggio alla moda, con una “griffe” che fa tendenza, bensì per una via semplice, per il dono dello Spirito Santo di Dio, vivo, efficace, potente, che perennemente aleggia sopra di lei”. Il sacerdote termina così la sua santa testimonianza di quell’incontro:
“Una visita inattesa, inaspettata, non voluta, non cercata, neanche desiderata. In un istante tutto si è compiuto. Quando Dio è creato in un cuore, il cuore è creato in Dio. È questo il vero mistero dell’evangelizzazione: creare Dio in ogni cuore, non però un Dio falso o un falso Dio, bensì il Dio di Gesù Cristo, il Cristo vero della Chiesa, la Chiesa vera dello Spirito Santo, lo Spirito Santo che crea la vera comunità dei credenti. Dopo questa creazione inizia quel lunghissimo tempo di crescita in sapienza e grazia, che mai si esaurirà. Senza questa crescita, che è tutta affidata all’azione sapiente della Chiesa e in modo speciale all’opera del Ministro Ordinato, tutto alla fine si rivelerà inutile, vano. Lei sempre consegna alla Chiesa ogni cuore nel quale Dio è stato creato da Lei, per opera dello Spirito Santo. È in questa consegna necessaria, vitale, la riuscita di ogni opera di evangelizzazione”. Quella donna era andata da lui a chiedere umilmente aiuto per non “inciampare” sulla strada che porta alla testimonianza e all’annuncio della Parola del vangelo e per camminare rettamente sul sentiero della Chiesa di Roma. Dopo alcuni anni, il 16 agosto 1987, accompagnata dal vescovo Mons. Vincenzo Rimedio, con una folta rappresentanza del Movimento Apostolico, da lei fondato, fu ricevuta in udienza privata da S.S. Giovanni Paolo II a Castelgandolfo, oggi santo. “Nascendo dal Cenacolo”, disse il Papa agli aderenti, “il Movimento Apostolico ha il compito di dare al mondo una nuova anima”. (cfr. Osservatore Romano, 16-17 agosto 1987, p. 5). Il mondo non ha bisogno di professionisti della Parola o di predicatori di vuote parole, ma di maestri per perfetta esemplarità e mediatori di vera vita evangelica. La Legge va tratta dal proprio cuore, nel quale vive lo Spirito Santo e poi insegnata mostrandone tutte le possibili applicazioni pratiche attraverso la vita personale.
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