È “speranza” la parola chiave della visita di Papa Francesco ai detenuti della Casa Circondariale di Isernia. Giunto alla seconda tappa, dopo Campobasso, della sua visita in Molise, il Pontefice arriva intorno alle 16.30 nell’Istituto penitenziario. Lo accolgono il vescovo Camillo Cibotti, l’arcivescovo di Capua, mons. Salvatore Visco, già vescovo di Isernia dal 2007 al 2013, e le altre autorità.
Soprattutto ad accogliere il Papa ci sono loro: i diversi carcerati raggruppati nel cortile interno della Casa Circondariale. Emozionati e silenziosi, attendono il Pontefice che, dopo i saluti di rito, si dirige verso di loro. Seguono poi i diversi indirizzi di omaggio, dopodiché il Vescovo di Roma si alza per proferire il suo discorso.
La prima parola che pronuncia è “grazie”: “Vi ringrazio per la testimonianza di speranza”, dice ai detenuti. E, come ai carcerati della Casa circondariale di Castrovillari, incontrati due settimane fa nella visita in Calabria, anche a loro parla della “sfida del reinserimento sociale”. Un sfida non facile, ammette, che richiede “un percorso, un cammino, sia all’esterno, nel carcere, nella società, sia al proprio interno, nella coscienza, nel cuore”.
L’importante “è non stare fermi”, ammonisce il Santo Padre, perché “quando l’acqua sta ferma marcisce”. Bisogna “camminare”, invece, anche piano, lentamente, facendo “un passo ogni giorno”, sempre però “con l’aiuto del Signore”. Con l’aiuto di quel Dio che “è Padre, è misericordia, ci ama sempre”, ribadisce Bergoglio. Quel Dio che “se noi Lo cerchiamo, Lui ci accoglie e ci perdona”; Lui infatti “non si stanca mai di perdonare”, come recita il motto della visita, “ci fa rialzare e ci restituisce pienamente la nostra dignità”.
“Dio non si dimentica di noi”, ripete Papa Francesco. Poi ‘rincara la dose’ di speranza ricordando il passo della Bibbia in cui il profeta Isaia dice: “Se anche una madre si dimenticasse del proprio figlio – ed è impossibile – io non ti dimenticherò mai”.
Ecco, “con questa fiducia – conclude il Papa – si può camminare, giorno per giorno. E con questo amore fedele che ci accompagna la speranza non delude”. Infine, prima di salutare gli ospiti dell’istituto uno a uno e di trasferirsi nella Cattedrale di Isernia, Bergoglio invita tutti i presenti a pregare insieme la Madonna, “nostra Madre”, affinché – dice – “ci aiuti e ci protegga”.
I detenuti del carcere di Isernia hanno regalato Francesco un quadro da loro realizzato in cui il Papa viene ritratto nella figura di Noè dentro l’Arca con tutti gli animali.
Dopo l’incontro, il Papa si è trasferito in macchina verso Isernia. Lì nella Cattedrale ha incontrato e salutato gli ammalati. Uscendo, ha poi benedetto una statua di San Giovanni Evangelista che la diocesi ha donato per la riapertura della Cattedrale di Smirne e una corona per la statua della Madonna della Pace del Santuario diocesano di Fragnete.