"Se ci fosse amore, non ci sarebbero casi come Meriam, i cristiani crocifissi, le studentesse rapite"

Il messaggio del Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo in occasione dell’Assemblea interparlamentare ortodossa, svoltasi nei giorni scorsi a Mosca

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Amore, tolleranza, rispetto, soprattutto di fronte alle tensioni etniche e alle persecuzioni religiose. È quanto invoca il Patriarca ecumenico di Costantinpoli Bartolomeo, nel messaggio inviato in occasione della XXI Assemblea interparlamentare dell’ortodossia e letto dal metropolita di Francia Emanuele. L’evento si è svolto nei giorni scorsi a Mosca, sul tema “La democrazia parlamentare. Ortodossia: valori e significati”.

Nel suo messaggio – riportato in ampi stralci da L’Osservatore Romano – il patriarca passa in rassegna i mali di morte e violenza che affliggono diversi paesi del mondo, soprattutto Africa e Medio Oriente; frutto, questi, – afferma – di una totale mancanza di amore verso Dio e verso l’uomo.

“Ci sono molti valori che possono essere condivisi ma l’unica cosa che ha la capacità di rivoluzionare il mondo si trova nelle parole di Cristo ‘amerai il signore Dio tuo’ e ‘ama il prossimo tuo come te stesso’”, scrive il Patriarca. E aggiunge: “Abbracciando questi principi potrebbe cambiare tanto di ciò che turba oggi il nostro mondo”.

Secondo Bartolomeo, infatti, “se le persone che in Siria hanno rapito i due vescovi ortodossi l’anno scorso avessero scelto di abbracciare i loro vicini nell’amore, avrebbero superato il loro odio verso i cristiani e l’amore avrebbe impedito il sequestro”. E se ci fosse amore “i cristiani che sono stati appesi alle croci a morire nelle ultime settimane non sarebbero stati martirizzati”.

Ma anche in Sudan, “se vedessero una madre cristiana con amore, non l’avrebbero condannata a morte per le sue convinzioni”, o “se in Egitto amassero i loro vicini cristiani copti, la folla assassina non avrebbe attaccato concittadini egiziani distruggendo vite e proprietà”. Stesso discorso anche in Nigeria: “Se amassero quelle studentesse musulmane e cristiane come Cristo ci ama tutti, non avrebbero rapito le giovani donne costringendole a matrimoni forzati”. E se in Iraq “amassero il loro prossimo, non ci sarebbe la tragedia di musulmani che uccidono altri musulmani”.

Purtroppo, osserva l’arcivescovo di Costantinopoli, il messaggio di amare Dio e di amare il prossimo “non è stato realizzato e in almeno sessanta nazioni stanno sperimentando un certo livello di persecuzione”. “Perché – domanda – gli ideali, i valori, i concetti della democrazia parlamentare sono incapaci di affrontare efficacemente i problemi del mondo? Forse perché l’umanità non può impedire con efficacia l’emozione del disprezzo, non può praticamente legiferare amore. Deve venire da dentro ogni persona”.

Solo l’amore, allora, è capace di unificare “le persone di tutte le nazioni” ed è “la base per una pace duratura”. “Questo – conclude Bartolomeo – è ciò che ci ha spinto a incontrarci recentemente con Papa Francesco a Gerusalemme”, questo è il “principio e impegno condiviso”.

Davanti alla Duma – riferisce ancora L’Osservatore Romano – è stato diffuso anche un messaggio videoregistrato del patriarca di Mosca, Cirillo, il quale ha definito l’Assemblea interparlamentare dell’ortodossia “un simbolo evidente dell’unità dei popoli ortodossi, la cui base è la fede comune”. La stessa fede – sottolinea il patriarca – che “spinge ogni cristiano a non essere spettatore passivo degli avvenimenti ma a impegnarsi attivamente per la giustizia e a essere solidale con chi soffre”.

(A cura di Salvatore Cernuzio)

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ZENIT Staff

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