Dritti per la strada di Cristo, senza ascoltare le "proposte di peccato" del mondo

Nella Messa in Santa Marta, Papa Francesco invita a chiedere a Dio le grazie dell’obbedienza e del coraggio per seguire la via indicata da Gesù, che “ci rende liberi”

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La Messa mattutina di Papa Francesco nella Cappella della Casa Santa Marta è diventata ormai un appuntamento imperdibile, alla pari delle Udienze generali o dell’Angelus della domenica. I fedeli di tutto il mondo sono curiosi, ogni giorno, di conoscere le perle di saggezza e spiritualità che il Santo Padre dispensa quotidianamente in omelie brevi, ma efficaci.

Ogni mattina il Papa affronta un tema diverso che, traendo spunto dalla lettura proposta dalla Liturgia del giorno, illumina tutto ciò che ci distoglie da Dio: la ricchezza, la vanità, il giudizio verso gli altri, l’affidarsi a maghi e tarocchi. Ma anche tutto ciò che ci porta a Dio e, quindi, alla felicità piena: l’umiltà, la pace, l’amore per il Signore e per il prossimo, la preghiera e l’obbedienza.

Proprio su quest’ultimo punto si è incentrato il discorso di Papa Francesco nella Messa di oggi, alla quale erano presenti alcuni dipendenti de L’Osservatore Romano.

“L’obbedienza a Dio è ascoltare Dio – ha affermato il Pontefice – è avere il cuore aperto per andare sulla strada che Dio ci indica”. Una strada che “ci rende liberi”.

Tuttavia “nella nostra vita – ha proseguito il Santo Padre – sentiamo anche cose che non vengono da Gesù, che non vengono da Dio”. E a causa delle “nostre debolezze”, ha soggiunto, veniamo catapultati su un’altra strada che non prosegue dritta verso la felicità, ma ci pone davanti ad un bivio: “quello che ci dice Gesù” e “quello che ci indica il mondo”.

A volte, ha poi osservato il Papa, succede che quando ascoltiamo Gesù, la ‘controparte’, la voce cioè di chi è legato alle cose del mondo, “si infuria” e tutti coloro che ascoltano ciò che Gesù gli chiede, vengono “perseguitati”. Allo stesso tempo, però, sono tanti quelli che con la loro vita testimoniano la volontà di obbedire a Dio. Come l’apostolo Pietro, che agli scribi e ai farisei disse: “Io faccio quello che mi dice Gesù, non quello che voi volete che io faccia”.

“Andare per la strada di Gesù” è quindi la ‘perla’ che la Liturgia odierna ci offre e che il Pontefice ci dona insieme al monito di non lasciarsi intralciare dalle “proposte di peccato” o di compromesso propinate dal mondo, che ci allontanano da Dio e “non ci renderanno felici”.

Obbedire a Dio, proseguire nella strada indicata dal Suo Figlio, è però un lungo cammino non sempre facile da percorrere. Ma non siamo soli, c’è lo Spirito Santo che da valido compagno di viaggio “ci dà forza per andare” ha detto Papa Bergoglio.

Gesù Cristo, dunque, ci indica la via, il Signore ci dona la vera felicità e lo Spirito ci guida. Ma anche noi cristiani dobbiamo dare un piccolo contributo, secondo il Pontefice: essere “coraggiosi” e dire: “Signore, sono peccatore, alle volte obbedisco a cose mondane ma voglio obbedire a Te, voglio andare per la Tua strada”.

Preghiamo Dio perché ci doni la “grazia del coraggio” ha esortato quindi il Pontefice, il coraggio “di andare sempre per la strada di Gesù”. E quando non riusciamo a chiederlo, chiediamo almeno il perdono, perché – ha concluso – “il Signore ci perdona sempre, perché Lui è tanto buono”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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