Il primo marzo del 1774, la marchesa di Canossa partorì a Verona una bambina che sarebbe diventata presto l’angelo dei poveri e dei malati. Si trattava di Maddalena di Canossa, la fondatrice della congregazione delle Figlie della Carità, dette anche Canossiane.
Rimasta in tenera età orfana di padre insieme ai suoi fratelli ed abbandonata dalla madre, la giovane Maddalena si sentiva attratta dal Carmelo, ma i suoi due tentativi – il primo a Trento, il secondo a Conegliano, in provincia di Treviso – non andarono a buon fine. La sua vera vocazione la troverà invece tra i poveri, un’esperienza che sfocierà nella fondazione della congregazione delle Figlie della Carità, per la quale scriverà le regole a Venezia, dove era approdata su invito dei fratelli Antonangelo e Marcantonio Cavanis, entrambi sacerdoti.
La decisione della giovane Maddalena di abbracciare la vita religiosa sconvolse non poche persone all’epoca. Tanti la consideravano “pazza”, e a questi la giovane rispose: “Per il fatto di essere nata marchesa, non posso forse aver l’onore di servire Gesù Cristo nei suoi poveri?”.
“Dio solo e Gesù crocifisso” diventerà poi il motto della Santa, la quale morirà proprio il giorno del Venerdì Santo, 10 di aprile del 1835, nella città scaligera. “Si direbbe che la carità come una febbre l’abbia divorata: la carità verso Dio, spinta fino alle vette più alte dell’esperienza mistica; la carità verso il prossimo, portata fino alle estreme conseguenze del dono di sé agli altri”: furono queste le parole di Giovanni Paolo II nell’omelia per la canonizzazione di Maddalena, avvenuta il 2 ottobre del 1988.
Da Verona, l’Istituto delle Figlie della Carità o “Canossiane” – approvato il 23 dicembre 1828 da papa Leone XII – si è diffuso in vari Paesi del mondo, fra cui Cina, Hong Kong, Macao, Filippine e India.