Un riposo carico di attesa

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Il Sabato Santo può sembrare un giorno di passaggio, vuoto, ma non per questo meno significativo. La Chiesa ricorda la sepoltura di Gesù e il suo riposo nella tomba, aspettando nella preghiera e nel digiuno la sua risurrezione. L’antica tradizione della Chiesa, sulla base di alcuni passi della Scrittura (1Pt 3,18-20; 4,6; Ef 4,10; At 2,27-31; Ap 1,18), contempla in questo giorno il mistero delladiscesa di Cristo agli inferi, luogo della morte, del silenzio, della solitudine. Gesù però è disceso nella dimora dei morti come Salvatore, proclamando il Vangelo ai giusti che l’avevano preceduto.

Meditazione

Il sabato è il giorno del riposo di Dio dopo la Creazione. Anche il Verbo di Dio, il sabato dopo la sua morte in croce, si riposa. Il Sabato Santo è un giorno contrassegnato dal silenzio: tacciono le campane, non ci sono candele accese nelle chiese spoglie, né suoni, né canti. È un giorno che potrebbe apparire “tempo morto”, svuotato di senso, su cui incombe la lacerazione di una separazione definitiva. È l’unico giorno senza celebrazione eucaristica, nel quale la preghiera dei cristiani si fa silenziosa, ed è carica dell’attesa di una speranza contro ogni speranza. I Vangeli tacciono su questo “grande sabato”, anche se ci danno qualche spunto. Il Sabato Santo è come il tempo della gravidanza, in attesa del parto di una vita nuova. Come Giona stette nel ventre del pesce per tre giorni e tre notti (cfr. Mt 12,40; Rm 10,7), così anche Gesù fu deposto nella tomba e rimase per tre giorni nel grembo della terra, partecipe dei dolori del parto del creato. Il Sabato Santo è il giorno del silenzio enigmatico e dell’inattività piena di desolazione dei discepoli, ma è anche il giorno in cui il Padre, fonte della vita che “opera sempre” (cfr. Gv 5,17), attraverso il Figlio, porta negli inferi la redenzione. La discesa agli inferi, se da una parte significa che Gesù ha condiviso il nostro stesso destino di morte e di abbandono, senza nessun vantaggio derivato dalla sua figliolanza divina, dall’altra parte è il pieno compimento dell’annunzio evangelico della salvezza. È la fase ultima della missione messianica di Gesù, condensata nel tempo ma che si estende a tutti gli uomini di tutti i tempi e di tutti i luoghi, e a tutto il cosmo. Gesù, scendendo nel cuore della terra, diventa il cuore del mondo e il centro della storia.

Preghiera

«Salvatore di tutte le genti; o Gesù innocente vittima pasquale, che hai riconciliato i peccatori col Padre, effondi ogni desiderato dono su tutti e singoli i membri dell’umana famiglia, affinché questa tua luce che sta per riaccendersi discacci dalle menti le tenebre dell’errore» (Giovanni XXIII).

Agire

Attenderò la Veglia pasquale con un periodo di silenzio, e nel digiuno da qualche cibo o da qualche programma radiofonico o televisivo.

Meditazione del giorno a cura di monsignor Michele Pennisi, arcivescovo eletto di Monreale, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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