Lettura

Gesù si mostra come un profeta che interpreta i “segni dei tempi”. Prende spunto dall’uccisione di alcuni pellegrini Galilei ad opera di Pilato e da un incidente provocato dal crollo della torre di Siloe per contestare l’interpretazione tradizionale nel giudaismo, che stabiliva un rapporto diretto fra peccato e punizione. Gesù contesta la falsa sicurezza di chi pensa di averla scampata perché si ritiene giusto e invita i suoi interlocutori alla conversione. Narra poi la parabola del fico infruttuoso, simbolo dell’infedeltà del popolo d’Israele, per invitare a produrre frutti di bene non abusando della pazienza di Dio.

Meditazione

Gesù prende a pretesto due fatti di “cronaca nera” per dirci che tutto ciò che accade attorno a noi ha valore di segno per provocare alla conversione.Di fronte ai pregiudizi, presenti nella mentalità popolare, di considerare i colpiti da una disgrazia più peccatori di chi l’ha scampata Gesù ripete: «se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo» (Lc 13,5). I segnali che ci vengono oggi, come al tempo di Cristo, dalle catastrofi naturali o da incidenti, dovrebbero essere un forte richiamo a cambiare direzione di marcia, cioè a immetterci in quel clima di conversione vera che ci porta a ripudiare il peccato e a mettere al centro della nostra esistenza il Signore. Se è vero che le sventure non sono conseguenza dei peccati, è anche vero che sono un’occasione che il Signore permette per rivolgere a tutti un invito a  convertirsi. Quella che Gesù rivolge ai suoi ascoltatori non è una minaccia ricattatoria, ma un incitamento forte a vincere la pigrizia e a cambiare radicalmente la mentalità di persone ripiegate su se stesse e sicure di sé e del proprio futuro. La conversione non è qualcosa di episodico, ma una stabile disposizione che deve caratterizzare sempre la nostra vita personale, sociale ed ecclesiale. Se la pazienza di Dio è illimitata, noi non possiamo abusarne. Siamo chiamati a passare da una religione abitudinaria ad una fede personale e vissuta, da una concezione individualistica del cristianesimo ad una concezione comunitaria, da una pastorale di contenimento e di conservazione ad una pastorale missionaria, in cui tutti ci sentiamo protagonisti a vario titolo della vita della Chiesa, e ci impegniamo a produrre i frutti che il Signore si aspetta da noi. 

Preghiera

«Signore Gesù! Che sul limitare della vostra vita pubblica vi ritiraste nel deserto, vogliate attrarre tutti gli uomini al raccoglimento che è inizio di conversione e di salute» (Giovanni XXIII).

Agire

Non rimandiamo al futuro un cambiamento di un particolare del nostro stile di vita che possiamo attuare oggi.

Meditazione del giorno a cura di monsignor Michele Pennisi, arcivescovo eletto di Monreale, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it