Mons. Luigi Negri e la Fondazione Internazionale Giovanni Paolo II hanno voluto porre un “segno” del passaggio a S. Leo e Sant’Igne del Servo di Dio Don Luigi Giussani, di cui Mons. Negri stesso è stato uno dei primi e più appassionati discepoli.
La cerimonia di inaugurazione avverrà il 1 aprile 2013 alle ore 16,30, alla presenza di mons. Luigi Negri.
Don Giussani, infatti, dai primi anni ’70 in poi, in questi luoghi ha guidato per molti anni la Via Crucis durante la settimana santa, seguito da migliaia di studenti universitari a cui teneva gli esercizi spirituali.
Il percorso si svolgeva per diversi chilometri lungo la strada che gira attorno al monte San Gregorio facendo immancabilmente sosta per una meditazione anche al convento di Sant’Igne, per concludersi poi alla cattedrale di San Leo.
Il segno è un bassorilievo in bronzo (dimensioni 80×105 cm), opera della scultrice riminese Paola Ceccarelli. “La composizione – spiega l’artista – è dominata dalla croce che fuoriesce in alto dal pannello , ben rilevata rispetto alla scena modellata, dentro la quale va ad innestarsi come un cuneo.
Don Giussani davanti guida la via Crucis: la sua figura in primo piano è in asse con la croce , quasi un proseguimento di essa: lo si può notare nel gesto del braccio destro che idealmente la prosegue e pare che voglia tirarla in avanti come farebbe il contadino che ara il campo, o semina. Anche il movimento della veste si relaziona alla linea della croce, per sottolineare l’immedesimazione di Giussani in Cristo nella sua vocazione sacerdotale al servizio della Chiesa. Il paesaggio circostante evoca la natura del luogo, il Montefeltro, e la sua storia, nei due luoghi emblematici di San Leo e S. Igne”.
Il bassorilievo sarà collocato nel portico della chiesa di Sant’Igne. “Il luogo – spiega l’architetto Francesco Baldi, che ha curato il progetto – è adatto per la sua discreta visibilità in quanto chi arriva dalla strada trova la parete in fondo al portico inquadrata in un naturale cannocchiale visivo, dove comunque un’opera posta in una zona d’ombra, non va a turbare il delicato equilibrio dell’insieme.
È adatto per la non invasività sulla vista della facciata, che non è disturbata da un pannello di dimensioni contenute posto di scorcio sulla parete laterale.
È favorevole per la conservazione dell’opera che rimane protetta sotto la copertura; per la semplicità della sua collocazione in quanto non necessita di particolari supporti e anche per la sua fruizione perché il luogo di sosta favorisce un rapporto di prossimità e di contemplazione. Inoltre possiamo dire che l’opera è adatta al luogo che si presenta totalmente spoglio, pur essendo una chiesa aperta al culto, rendendolo ancor più vivo e inte-ressante”.
Monsignor Luigi Negri, già vescovo di San Marino Montefeltro e oggi arcivescovo di Ferrara, è il primo promotore – insieme a Marco Ferrini che ne ha avuto la prima idea – dell’iniziativa di porre a Sant’Igne un bassorilievo dedicato alla memoria di don Luigi Giussani.
“Questo gesto – spiega monsignor Negri – non vuole essere l’esaltazione oleografica di un futuro beato. È piuttosto la testimonianza culturale resa ad un uomo che ha insegnato la vita di fede e che, in particolare, ha mostrato come la fede diventa cultura. La valorizzazione, da parte sua, delle bellezze storiche, artistiche e religiose di San Leo, documenta la sua genialità educativa. Don Giussani sapeva utilizzare tutti gli aspetti della realtà – arte, cultura, panorami ambienti, letteratura – come strumenti per l’educazione alla fede. Sapeva parlare in modo convincete di Dio ovunque”.
“Sono arrivato la prima volta a San Leo – continua monsignor Negri – seguendo lui, e dopo di me tante migliaia di giovani. Mi è sembrato pertanto giusto lasciare un segno oggettivo di questo passaggio che ha aiutato tanti alla riscoperta di questi luoghi e soprattutto alla riscoperta della fede”.
“Dedichiamo questo bassorilievo a don Giussani – sottolinea monsignor Negri – in coincidenza dell’ottavo centenario del primo passaggio di san Francesco in questi luoghi. Come San Francesco ha saputo richiamare i giovani del suo tempo alla fede e a scoprire in essa “perfetta letizia”, così don Giussani ha saputo evocare la fede a numerose generazioni di giovani, a partire dalla mia e poi molte altre a seguire. Don Giussani è stato generatore di un popolo, un educatore a tutto tondo capace di utilizzare circostanze privilegiate. Da lui è nata una storia umana che ha trovato in questi luoghi un suo ambito.
Il bassorilievo è la testimonianza resa da un discepolo a questa genialità educativa, un tributo di grazia reso di fronte alla Chiesa ed alla società”.