La Parola che dà la vita

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Continua il confronto fra Gesù e i Giudei, focalizzato sull’antitesi vita-morte, che ha come punto di riferimento la figura di Abramo. Gesù afferma solennemente che egli è fonte di vita per l’eternità. Rivolge ai suoi interlocutori l’invito a mettere in pratica la sua parola come ennesimo appello alla fede. I Giudei si scandalizzano richiamandosi alla figura di Abramo, che essi ritengono superiore a Gesù. A questo punto, Gesù, affermando la sua preesistenza nei riguardi di Abramo, proclama la sua divinità. I suoi avversari reagiscono progettando di lapidarlo, ma Gesù si sottrae, in attesa della sua “ora”. 

Meditazione

Il Vangelo si apre con la solenne affermazione di Gesù: «Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno» (Gv 8,51). I Giudei protestano, perché interpretano la presenza di Dio nella storia con categorie temporali, mentre Gesù si serve di categorie che trascendono la storia e che si rifanno all’eternità. Essi si ostinano a guardare soltanto alla vita terrena, nel suo circolo chiuso che va dalla nascita alla morte, mentre Gesù promette la vita eterna. Il dibattito sulla figura di Abramo, che i Giudei vogliono contrapporre a Gesù, offre a quest’ultimo l’occasione di citare Abramo come testimone a suo favore, in quanto previde la venuta del Cristo e se ne rallegrò. Gesù infine afferma: «prima che Abramo fosse, Io Sono» (Gv 8,58), attribuendo a sé il nome di Dio rivelato a Mosè. La figura di Abramo, vista in riferimento a Gesù Cristo, ha un ruolo importante e ci richiama all’unità dei due Testamenti. Gli interlocutori di Gesù si sono attenuti ad una prospettiva terrena e si sono trovati in errore. Abramo, invece, possedeva la prospettiva globale, perché, grazie alla sua fede, guardava verso l’avvenire, verso il Messia. Gesù accusa i Giudei di non conoscere Dio e, quindi, di non saper leggere la storia del popolo di Israele, che è stata la preparazione della sua venuta. Gesù è il vero discendente di Abramo, perché la fede dell’antico patriarca apre una breccia in cui la salvezza può irrompere nella novità del mistero pasquale della morte e risurrezione di Cristo, che ci dona la vita nuova e ci fa sperimentare la salvezza. Nella lotta tra la morte e la vita, la fede in Gesù e la messa in pratica della sua parola abbattono il muro della disperazione provocato dalla paura della morte, e aprono il nostro cuore alla speranza. 

Preghiera

«Tu, Gesù, sei la luce, la verità, anzi: Tu sei “la via, la verità, la vita”; Tu sei il pane, la fonte dell’acqua viva per la nostra fame e la nostra sete: Tu sei il pastore, la nostra guida, il nostro esempio, il nostro conforto, il nostro fratello» (Paolo VI). 

Agire

Farò un atto di fede in Gesù salvatore, che ha vinto la morte.

Meditazione del giorno a cura di monsignor Michele Pennisi, arcivescovo eletto di Monreale, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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