Il libro “Democrazia senza partiti” di Adriano Olivetti (pagg. 77, € 6) è stato pubblicato per la prima volta nel 1949, quindi non molto tempo dopo l’entrata in vigore delle Costituzione Italiana e di quelle elezioni (1948) che segnarono l’avvio politico della Prima Repubblica. Il testo fu edito da Edizioni di Comunità, la casa editrice fondata dallo stesso autore.
In questi mesi le nuove Edizioni di Comunità, in collaborazione con la Fondazione Adriano Olivetti e con la BeccoGiallo Lab per la parte editoriale, riprendono le opere di Adriano Olivetti sotto la direzione di Beniamino dè Liguori Carino e le ripresentano ai lettori accompagnate dalle riflessioni di importanti studiosi della società.
Questo percorso, avviato con “Ai lavoratori” e la relativa prefazione di Luciano Gallino, prosegue ora con “Democrazia senza partiti” introdotto dal giurista Stefano Rodotà.
Come spesso avviene per le ripubblicazioni, l’interpretazione di un testo può risentire del momento storico contingente e questo, disponibile ai lettori nella delicata fase di passaggio del sistema politico come questo inizio del 2013, più facilmente di altri può prestarsi ad assimilazioni o confutazioni.
Adriano Olivetti vede nella Comunità il centro motore dell’iniziativa sociale, culturale e politica e riesce a mettere in pratica la sua idea attraverso il Movimento Comunità nel Canavese (Ivrea e dintorni) creando quel sistema di relazioni sociali ed economiche che sprigionano progresso, benessere e solidarietà partendo dalla fabbrica Olivetti.
L’integrazione tra solidarietà sociale basata sui principi cristiani della libertà e dell’autorità e l’identità fornita dalla realtà locale; il progresso tecnico costituito dalla fabbrica e dai suoi sviluppi scientifici che si sposa con il miglioramento della vita determinato anche da innovative soluzioni architettoniche; la cultura che si manifesta tramite futuristici piani regolatori o dal supporto fornito da case editrici, avevano un presupposto che il libro non può certamente evidenziare ma che trasmette di continuo.
La leadership visionaria di Adriano Olivetti.
La ristampa di questo testo, filtrato dalle analogie temporali che l’attualità non può non imporre, consente in particolare una riflessione storica sulle forme di partecipazione diretta dei cittadini nelle pubbliche decisioni e lascia al lettore tra tanti delicati passaggi anche una bella similitudine, utopica e poetica, utilizzata dall’autore per descrivere la Comunità:
“Le nostre Comunità appaiono come minuscoli Stati positivamente organizzati, si possono perciò aggregare per Regioni e le Regioni si aggregano, a lor volta, come una piramide a tre gradini per formare sull’ultimo lo Stato, alla stessa guisa dei piccoli cristalli si aggregano per fare un cristallo più grande, senza mutarsi né deformarsi. Il quadro generale, lo schema si presenta perciò con la purezza e la perfezione di un cristallo la cui forma è determinata con rigore geometrico dalla natura”.