Anche se la data del Conclave non è stata ancora fissata, tutta Roma si prepara al grande evento. La Cappella Sistina è stata chiusa al pubblico per consentire di svolgervi tutti gli interventi necessari per rendere lo spazio maggiormente idoneo alle operazioni di voto, giornalisti da tutto il mondo continuano ad affluire nella Città Eterna per assistere e documentare il grande evento. Anche nel cuore di Roma ci si prepara a questo particolare momento della vita della Chiesa. Siamo entrati nella sartoria che ha preparato i tre abiti papali di diverse misure, uno dei quali sarà indossato dal futuro Pontefice e abbiamo incontrato Lorenzo Gammarelli, uno dei titolari della “Ditta Annibale Gammarelli” che nonostante abbia rilasciato in questi giorni più di una cinquantina di interviste, ha avuto la cortesia e la bontà di rispondere alle nostre domande. La sartoria Gammarelli è ubicata in via di Santa Chiara, nello stesso palazzo che ospita la Pontifica Accademia Ecclesiastica, l’istituzione che forma i sacerdoti destinati al servizio diplomatico della Santa Sede. Questa sartoria è un vero pezzo di storia, infatti da 6 generazioni la famiglia Gammarelli veste innumerevoli ecclesiastici.
Innanzitutto grazie per la sua disponibilità e per il tempo che ha trovato per rispondere alle domande della nostra intervista in questi giorni così intensi di lavoro per la vostra attività. Può spiegare ai nostri lettori qual è il campo nel quale voi siete specializzati?
La nostra “Ditta Annibale Gammarelli” è una sartoria ecclesiastica. Abbiamo l’onore di fornire i tre abiti che nei giorni del conclave troveranno posto nella Stanza delle Lacrime, la sacrestia della Cappella Sistina. Uno di questi abiti sarà indossato dal prossimo pontefice appena sarà eletto.
In Vaticano fervono i preparativi in occasione del Conclave. Anche qui vi siete dati un gran da fare. Da qualche giorno gli abiti papali sono esposti in vetrina alla vista di curiosi e dei giornalisti di tutto il mondo. Quando saranno consegnati?
Gli abiti che sono nella nostra vetrina saranno consegnanti fra stasera e domani in Vaticano.
Nel giorno della vestizione, quando il papa sarà nella Stanze delle Lacrime, si avvarrà della vostra collaborazione?
No. La nostra collaborazione termina nel momento in cui consegniamo in Vaticano gli abiti che abbiamo preparato, anche perché, ovviamente, non possiamo entrare nel conclave una volta iniziato.
In esposizione nella vetrina ci sono le scarpe rosse. C’è stata durante il pontificato di Benedetto XVI una grossa bufala su queste scarpe: è stato più volte detto che erano state prodotte dal marchio Prada. Ci può dire qualcosa da esperto del settore?
La “notizia” delle scarpe Prada è stata smentita dall’Osservatore Romano e dalla stessa ditta Prada. Nonostante questo, se ne sente ancora parlare di tanto in tanto. Le scarpe rosse del papa sono di pelle rossa e per il conclave le fornisce proprio la nostra ditta.
I prodotti del vostro laboratorio sartoriale sono destinati solo ad alti prelati?
No. I nostri clienti vanno dai seminaristi, ai sacerdoti, ai vescovi e ai Cardinali.
C’è qualche particolare articolo che i sacerdoti ricercano?
Mi dicono che siamo famosi per la qualità delle nostre talari.
Per quanto riguarda il settore della sartoria ecclesiastica, l’Italia è leader nel mondo o deve temere la concorrenza di qualche altro paese?
Oserei dire, senza tema di essere smentito, che Roma è leader nel mondo per quanto riguarda la sartoria ecclesiastica, considerando che in Europa ci sono circa una trentina di sartoria di cui 10 qui a roma e altrettante nel resto d’Italia.
(Intervista tratta da Àncora Online, il settimanale della Diocesi di San Benedetto del Tronto)