All'ultima Udienza di Benedetto XVI "l'esperienza della Chiesa, della famiglia di Dio"

Così Maria Voce, presidente dei Focolari, Ad accogliere oggi il Papa a Castel Gandolfo, oltre 1.300 persone a convegno nel vicino Centro Mariapoli

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«Mi ha fatto una grande impressione il suo ripetere che non è solo, che si sente famiglia con fratelli e sorelle, figli e figlie in tutto il mondo, nell’abbraccio della comunione», così Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari al termine della storica ultima udienza di Benedetto XVI. E ancora: «Ho sentito nelle sue parole un forte richiamo a quella vita del Vangelo che ci fa nuovi ogni momento», a una vita «integra, autentica, coerente» perché come sottolineato dal Papa «il Vangelo purifica e rinnova».

L’impegno del Movimento adesso, mentre affida con il Papa il prossimo Conclave, è «essergli vicini, salire sul monte a pregare con lui ora, con la sua stessa fiducia in Gesù che conduce la Chiesa, con lo stesso sereno ottimismo che ci ha dimostrato». All’udienza in Piazza San Pietro, insieme al Consiglio generale del Movimento, hanno partecipato alcune centinaia di aderenti ai Focolari per ringraziare e unirsi al Papa anche con il calore della presenza. A Castel Gandolfo saranno ad attenderlo oltre 1300 persone dall’Europa, con rappresentanti di Siria, Brasile, Corea, Malta, Filippine e Indonesia, radunate nel vicino Centro Mariapoli per un convegno di famiglie.

Continuano ad arrivare adesioni per la decisione di Benedetto XVI dal mondo ecumenico, da esponenti di altre fedi religiose e convinzioni non religiose, amici dei Focolari. Il Rev. Robin Smith, vescovo della Chiesa d’Inghilterra: «Mi sono incontrato con Papa Benedetto varie volte e sono sempre stato impressionato dalla sua aria di santità, autenticità e benevolenza. La decisione (…) di abdicare e andare in pensione (…) riformula l’immagine del papato, non ultimo nelle menti dei cattolici».

Il dr. Callan Slipper reverendo della Chiesa d’Inghilterra, spiega che a suo avviso il Papa, con questa decisione, ha definito cosa s’intende col ministero petrino: «pregare e soffrire in primo luogo e poi anche azione. Ho pensato che è una buona definizione di quello che tutti dobbiamo fare per servire gli altri. Con il suo dimettersi non eserciterà più l’azione, però continuerà a pregare e soffrire per la Chiesa».

Echi anche dal mondo ebraico. Il rabbino argentino Ariel Kleiner: «Quando ho appreso da Twitter la rinuncia del Papa ho capito che stavamo entrando in un momento doppiamente storico. Spero che ci sia presto la fumata bianca e che il successore possa continuare sui sentieri interreligiosi dei Papi Benedetto XVI e Giovanni Paolo II».

Significativa la dichiarazione dell’avvocato croato Zdravko Dujmović di convinzioni non religiose: «Papa Benedetto XVI se ne è andato senza macchia. Non puoi non volergli bene e rispettarlo ancora di più per quanto ha fatto per l’Europa contemporanea e per l’intera cristianità».

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ZENIT Staff

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