Il cuore dell'attività apostolica di Benedetto XVI (Seconda parte)

Alla vigilia della conclusione del suo servizio di Pastore universale vogliamo ricordare il suo magistero e opera

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La Porta della Fede

Spiegava Benedetto XVI nella Lettera motu proprio Porta Fidei:  “Fin dall’inizio del mio ministero come Successore di Pietro ho ricordato l’esigenza di riscoprire il cammino della fede per mettere in luce con sempre maggiore evidenza la gioia ed il rinnovato entusiasmo dell’incontro con Cristo… Non possiamo accettare che il sale diventi insipido e la luce sia tenuta nascosta (cfr Mt5,13-16). Anche l’uomo di oggi può sentire di nuovo il bisogno di recarsi come la samaritana al pozzo per ascoltare Gesù, che invita a credere in Lui e ad attingere alla sua sorgente, zampillante di acqua viva (cfr Gv 4,14). Dobbiamo ritrovare il gusto di nutrirci della Parola di Dio, trasmessa dalla Chiesa in modo fedele, e del Pane della vita, offerti a sostegno di quanti sono suoi discepoli (cfr Gv 6,51)… Alla luce di tutto questo ho deciso di indire un Anno della fede. Esso avrà inizio l’11 ottobre 2012, nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, e terminerà nella solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, il 24 novembre 2013. Nella data dell’11 ottobre 2012, ricorreranno anche i vent’anni dalla pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, testo promulgato dal mio Predecessore, il Beato Papa Giovanni Paolo II [3], allo scopo di illustrare a tutti i fedeli la forza e la bellezza della fede…”… L’Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi è stata da me convocata, nel mese di ottobre del 2012, sul tema de La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana. Sarà quella un’occasione propizia per introdurre l’intera compagine ecclesiale ad un tempo di particolare riflessione e riscoperta della fede”. (Porta Fidei, 2-4).

Maria, la prima missionaria

Benedetto XVI lungo tutto il suo servizio apostolico di “umile operaio nella vigna del Signore ha continuamente fatto riferimento alla presenza missionaria di Maria nel cammino della Chiesa. Nell’insegnamento mariologico di Benedetto XVI la presenza e l’opera di Maria, Madre della Chiesa, è insostituibile.

Qualche esempio.

Nella prima enciclica Deus Caritas est, del Natale 2005, tesse un elogio denso di teologia e di amore a Maria nel suo ruolo di associata all’opera redentrice del Figlio. Scrive: “Tra i santi eccelle Maria, Madre del Signore e specchio di ogni santità. Nel Vangelo di Luca la troviamo impegnata in un servizio di carità alla cugina Elisabetta, presso la quale resta « circa tre mesi » (1, 56) per assisterla nella fase terminale della gravidanza. « Magnificat anima mea Dominum », dice in occasione di questa visita — « L’anima mia rende grande il Signore » — (Lc 1, 46), ed esprime con ciò tutto il programma della sua vita: non mettere se stessa al centro, ma fare spazio a Dio incontrato sia nella preghiera che nel servizio al prossimo — solo allora il mondo diventa buono. Maria è grande proprio perché non vuole rendere grande se stessa, ma Dio. Ella è umile: non vuole essere nient’altro che l’ancella del Signore (cfr Lc1, 38. 48). Ella sa di contribuire alla salvezza del mondo non compiendo una sua opera, ma solo mettendosi a piena disposizione delle iniziative di Dio. È una donna di speranza: solo perché crede alle promesse di Dio e attende la salvezza di Israele, l’angelo può venire da lei e chiamarla al servizio decisivo di queste promesse. Essa è una donna di fede: « Beata sei tu che hai creduto », le dice Elisabetta (cfr Lc1, 45). Il Magnificat — un ritratto, per così dire, della sua anima — è interamente tessuto di fili della Sacra Scrittura, di fili tratti dalla Parola di Dio”. L’annuncio della Parola di Dio è il contenuto stesso della missione. In questo accogliere e dar vita umana al Figlio di Dio e poi donarlo a tutti è il cuore stesso della missione della Chiesa; per questo Maria è la prima missionaria del Figlio e Madre deli apostoli di tutti i tempi. 

La missione nel SI’ di Maria

Nell’omelia della Santa Messa celebrata a Loreto il 4 ottobre 2012, alla vigilia dell’apertura del Sinodo dei Vescovi e dell’inizio dell’Anno della Fede, diceva: “Cari fratelli e sorelle, in questo pellegrinaggio … vorrei affidare alla Santissima Madre di Dio tutte le difficoltà che vive il nostro mondo alla ricerca di serenità e di pace, i problemi di tante famiglie che guardano al futuro con preoccupazione, i desideri dei giovani che si aprono alla vita, le sofferenze di chi attende gesti e scelte di solidarietà e di amore. Vorrei affidare alla Madre di Dio anche questo speciale tempo di grazia per la Chiesa, che si apre davanti a noi. Tu, Madre del «sì», che hai ascoltato Gesù, parlaci di Lui, raccontaci il tuo cammino per seguirlo sulla via della fede, aiutaci ad annunciarlo perché ogni uomo possa accoglierlo e diventare dimora di Dio. Amen!”. 

Alla vigilia dell’inizio dell’Anno della Fede, il 14 settembre  2012, firmando l’Esortazione Ecclesia in Medio Oriente, scriveva: “ Il cuore di Maria, Theotokos e Madre della Chiesa, è stato trafitto (cfr Lc 2, 34-35) a causa della contraddizione che il suo Figlio Divino ha portato, cioè a causa delle opposizioni e dell’ostilità alla missione di luce che Cristo ha affrontato e che la Chiesa, suo Corpo mistico, continua a vivere. Maria, che la Chiesa intera, in Oriente come in Occidente, venera con tenerezza, ci assisterà maternamente. Maria, la tutta Santa, che ha camminato in mezzo a noi, saprà una volta ancora presentare le nostre necessità al suo Figlio Divino. Lei ci offre il suo Figlio. Ascoltiamola perché ci apre alla speranza: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela!» (Gv 2, 5).[1] 

Ci sembra che non vi sia conclusione più bella e più vera di queste citazioni per raccogliere l’eredità di Benedetto XVI di essere veri missionari  ubbidendo a Maria nell’eseguire quello che Gesù, suo Figlio, comanda a ognuno di noi. Perché lui, ancora una volta, ripete a ciascuno di noi e a tutti noi battezzati: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo a ogni creatura” (Mt 16,15).

Fra tanti esempi luminosi e profondi, Benedetto XVI ci lascia anche questo altissimo magistero missionario. Tutta la Chiesa gli è commoventemente grata ma sa che non v’è  ringraziamento migliore che mettersi in cammino gioioso e convinto sulle strade della Chiesa, che sono le strade della sua missione, come ha insegnato e fatto Papa Benedetto XVI. 

(La prima parte è stata pubblicata ieri, martedì 26 febbraio)

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NOTE

[1] Benedetto XVI, Ecclesia in Medio Oriente, 100. 

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ZENIT Staff

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