Lettura
Il testo di Isaìa, preparandoci alla meditazione del Vangelo nella sua ultima parte, ci richiama, come fossimo nella condizione delle antichissime città di Sodoma e di Gomorra piene di malvagità: «purificatevi», «imparate a fare il bene». Viene intentato un processo (rîb): «venite e discutiamo». Tutto può cambiare grazie all’azione trasformante di Dio. Dal rosso del peccato al candore della lana. Se si sa ascoltare ci si potrà nutrire e anche la terra continuerà a dare i suoi frutti.
Meditazione
In questo capitolo finale del Vangelo di Matteo Gesù ci è presentato mentre si rivolge a tutti: folla e discepoli. Parte da un rilievo importante, universalmente praticato in tutte le culture; fa problema che i credenti ebrei, il popolo di Gesù, si comportino così; e sono gli uomini della cultura e della comunicazione (scribi), sono i grandi praticanti, non solo credenti (farisei). Bisogna distinguersi da loro per essere discepoli di Gesù, per essere persone d’ascolto, di speranza, di comunione. Due leggi fondamentali sono enunciate. La prima: «Praticate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere». La seconda: «Non fatevi chiamare “maestro”, “padre”, “guida” perché uno solo è il vostro Maestro, uno solo è il Padre vostro, una sola è la vostra Guida, il Cristo». È facile, quasi grottesco, stigmatizzare il comportamento e le scelte degli scribi e farisei. Si parte da ciò che impongono, dal come si pongono negli abiti e nelle scelte sociali, a come si fanno chiamare; ciò che abbiamo già ascoltato da Gesù. «Legano fardelli pesanti e difficili da portare e li impongono alla gente; ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito». (Abito) «Allargano i loro filatteri e allungano le frange». (Posizione) «Si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze». (Titoli) «anche di essere chiamati «rabbi» dalla gente». Ognuno di noi è invitato da Gesù a discernere su se steso e a riproporre quelle limpide identità di credenti in Gesù, aiutati proprio dal Signore nell’insegnamento conclusivo, che è la radicale novità nel sentire e nell’interpretare se stessi, godendo della ribalta della storia in ogni nuova generazione. «Chi di voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato, e chi si umilierà sarà esaltato».
Preghiera
Signore, tu per primo hai percorso la via della salvezza e ce l’hai insegnata e ce la insegni. Percorrila giorno dopo giorno con noi. Tu che sei totalmente diverso da noi nell’amare e nel donarti, sii nostro «alleato» e aiutaci a fare di noi «offerta gradita a Te».
Agire
Non annegare nel vuoto «compiacimento» della lode di altri; faccio conoscere il saper fare il bene e non a far sapere a nostra vanagloria.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Luciano Pacomio, vescovo di Mondovì, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it